sabato 22 marzo 2008

Fatte 'nu bbuonu muorzo etc.

Fatte 'nu bbuonu muorzo quanno puó, ca 'o malamente nun manca maje! oppure: Pígliate 'o bbuono juorno quann'arriva ca 'e bbrutte nun mancano maje!
Proverbio/consiglio che ad litteram si traduce: Quando puoi, assumi un buon boccone, ché il (boccone) cattivo non (ti) mancherà mai. oppure: Gòditi il giorno favorevole quando giunge, ché di sfavorevoli non mancheranno mai!
Ad un dipresso, nell'un caso o nell'altro è il modo napoletano di rendere il CARPE DIEM latino con l'aggiunta di una pleonastica spiegazione...
fatte voce verbale (da non confondere con il sostantivo fatte plurale di fatto= accadimento), (imperativo 2° pers. sing.) dell’infinito fare/fà dal lat. facere con sincope della sillaba centrale ce;
bbuono= buono,gradevole, conforme al bene; onesto, moralmente positivo ed altrove che à mitezza di cuore; mansueto, bonario, benevolo, affettuoso; gentile, cortese:ed anche saporito; etimologicamente dal lat. bonu(m);
muorzo = letteralmente morso e dunque boccone, ed anche breve, contenuto asciolvere etimologicamente dal lat. morsu(m) deverbale di mordire>mordere; rs>rz come in borza che è da borsa, perziana da persiana;
malamente sost. o aggettivo = cattivo, di indole perversa ed avverbio =in modo negativo etimologicamente addizione dei latini mala (di malus/a) + mente(di mens/entis) (con cattiva mente); faccio notare che ‘o malamente dell’epigrafe è aggettivo masch. riferito al precedente, sottinteso sost. muorzo; si fosse trattato invece di un sostantivo neutro ‘o malamente per significare le cose cattive, non buone o la parte cattiva di una cosa sarebbe stato immediatamente riconoscibile in quanto il neutro, in napoletano, comporta sempre la geminazione della consonante inziale dopo una vocale e dunque avremmo avuto ‘o mmalamente come altrove ad es.: ‘o bbuono (le cose buone), ‘o ttuosto (le cose dure); a margine di ciò, rammenterò che in napoletano sono intese neutre non solo tutte le cose inanimate o pensate tali es.: ‘o bbuono (le cose buone), ‘o ttristo (le cose cattive), ma sono neutri anche gli infiniti sostantivati es.: ‘o lleggere, ‘o pparlà, ‘o ccapí e gran parte degli alimenti: ‘o ppane, ‘o ppepe, ‘o ssale, ‘o ccafè e tutti questi neutri vogliono dopo l’articolo la geminazione della consonante iniziale; una particolarità: in napoletano la voce cafè può essere neutra o maschile: se neutra è ‘o ccafè inteso come bevanda; se maschile è ‘o cafè ed indica il luogo, il negozio dove si serve la bevanda caffè; la medesima faccenda vale per i minerali tutti intesi neutri e scritti con la geminazione iniziale: ‘o cchiummo = il piombo (lat. plumbeu(m) ), ‘o ffierro = il ferro (lat. ferru(m) ),ma ‘o fierro(inteso maschile) = l’attrezzo di ferro;
manca = manca, difetta, vien meno voce verbale (3° pers. sing. indicativo presente) dell’infinito mancare/mancà (denominale di manco che è dal lat. mancu(m) 'manco, mutilo', quindi 'difettoso, manchevole'; rammento che in napoletano esiste anche un’altra voce (aggettivo) omofona ed omografa di quella a margine che vale il femminile della voce donde è derivato il verbo nei significati di manca, mutila, quindi 'difettosa, manchevole e tale aggettivo è spesso usato in luogo di mancina, nel significato di sinistra opposta a destra: in pretto napoletano infatti non si usa dire destra e sinistra ma dritta e mancina e talora dritta e manca.
pígliati =prénditi, assúmiti ed estensivamente gòditi voce verbale (2° pers. sing. imperativo) dell’infinito pigliare/piglià= prendere, assumere, far proprio ed estensivamente godere ( dal lat. volg. *piliare, per il class. pilare 'rubare, saccheggiare'; da non confondere con pigliàti (presi) che di piglià è il part. pass. masch. plur.
bbuonu juorno =letteralmente è giorno buono,giorno favorevole ma qui vale occasione proprizia; di buono/buonu ò già detto; juorno = giorno etimologicamente la voce napoletana à subíto l’influsso del francese journée (donde dritto per dritto jurnata) pur partendo la lat. volg. diurnu(m) tempus (tempo di luce);
bbrutte sottintesi juorne letteralmente è: brutti (giorni) cioè giorni sfavorevoli, negativi; bbrutte agg. plur. di brutto= brutto, sfavorevole, negativo e anche cattivo, riprovevole, sconcio etimologicamente la voce napoletana è probabilmente un derivato da un lat. brūtu(m) 'tardo, grave, inanimato', con raddoppiamento consonantico di matrice plebea forse per compensare la lunghezza originaria della vocale (il significato di negativo deriva dal fatto che ciò che è tardo, grave, inanimato o meno appariscente di moto e/o vita appare spiacevole da vedersi, udirsi etc.);
mancano è voce verbale (3° pers. plur ind. presente) dell’infinito mancare/mancà (vedi antea la voce manca) faccio notare come nel proverbio/consiglio in epigrafe in luogo degli attesi futuri mancarrà (mancherà) e mancarranno(mancheranno) siano usati i presenti manca e mancano con l’idea però del futuro: nel napoletano, pur’essendo il futuro un tempo previsto e codificato nelle grammatiche, in pratica è quasi per nulla usato, sostituito com’è o dal presente o da costruzioni del tipo aggio ‘a fa (devo da fare = farò).
Raffaele Bracale

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