giovedì 13 marzo 2008

PALLISTA

PALLISTA
Ci troviamo difronte, questa volta,ad una parola relativamente nuova (anni ’50 del XX sec.) che nel suo precipuo significato di bugiardo matricolato,sta per dispensatore di fandonie e sciocchezze così tanto improbabili da non esser quasi mai accettate per vere; è pallista chi, per suo intimo,inveterato costume, è solito dispensare continuamente e senza remore balle (Dal fr. ant. balle, che è dal francone balla =palla id est la bugia còlta nell’essenza di vuota, evanescente aria…) e, facendolo reiteratamente e con forza, si propone di spinger quanto più lontano possibile détte balle, bugie, fandonie o sciocchezze che siano.
Essendo praticamente impossibile stabilire chi e quando abbia usato per primo il termine pallista, mi accontenterò di ricordare che nel parlato napoletano – prima dell’ingresso del suddetto termine si usò, nei medesimi significati una parola mutuata dall’ambito laziale: pallunaro (etimologicamente forgiata su: pallone(qui inteso quale sesquipedale bugia, fatta di evanescente aria)addizionato del suffisso di pertinenza ario>aro); quando poi entrò nel comune parlare il termine pallista, si abbandonò l’uso di pallunaro quale dispensatore di fandonie e lo si manténne per indicare il venditore ambulante di palloncini gonfiati detti in napoletano ‘e volante (atteso che, gonfiati con elio o altri gas, i palloni si librano verso l’alto quasi volando).
Quanto all’etimologia di pallista (pur essendo la parola relativamente moderna) penso che tenendo presente il fatto che il pallista si perita di spinger quanto più lontano possibile le sue bugie, fandonie etc., il termine pallista pur partendo dalla parola palla e cioè fandonia, sciocchezza, abbia subìto l’influsso della parola latina ballista(m) che fu propriamente una macchina guerresca usata per lanciare lontano pietre e/o altri proiettili, che nel caso del pallista son le fandonie, le bugie, le balle che vengon distribuite in giro con ogni forza. Ricordo infatti che, al tempo dell’adolescenza d’un nostro compagno famoso dispensatore di fandonie, usavamo commentare ogni sua manifestazione con l’espressione: “Tiene mente, n’à menata n’ata!”
Raffaele Bracale

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