domenica 24 agosto 2008

SMARGIASSO E DINTORNI

SMARGIASSO E DINTORNI

Smargiasso è un'altra parola (come guaglione, guappo, sfogliatella, scugnizzo, camorra) partita dal lessico partenopeo e approdata in quello nazionale nel significato di gradasso, spaccone, millantatore. I medesimi significati si riferiscono allo smargiasso nei vocabolarî napoletani dove nello stesso senso si usano favone, grannezzuso, rodamunno, sbardellone, sbafante, spacca-e-mmette-’o-sole, squarcione; mentre il millantatore parolaio, supponente e saccente è soprattutto indicato con il termine spallettone. L'origine napoletana di smargiasso è dimostrata da due fatti: la parola è formata da smargi con l'aggiunta del suffisso dispregiativo asso, suffisso di pretta matrice meridionale-napoletano; in italiano si usa accio o azzo. Scartata l'ipotesi di una derivazione dallo spagnolo majo (spaccone), penso derivi dal greco màrgos=protervo, arrogante o da smaragízein = risuonare, rimbombare. È pur vero che manca l'intermedio del latino, ma se fosse esistito la parola sarebbe potuta nascere in un punto qualsiasi dello Stivale. Dunque,
gradasso: vanaglorioso, chi si vanta di fare cose eccezionali, senza averne la capacità, derivato dal nome di Gradasso, vanaglorioso personaggio dell'"Orlando innamorato" di Boiardo e dell’Orlando furioso" di Ariosto.
Spaccone, dal significato simile al precedente gradasso , è un evidente accrescitivo derivato di spaccare: spezzare, dividere in piú parti; dal longobardo spahàn, fendere.
Millantatore indica chi si vanti o vanti qualità o meriti che non à ed è un deverbale di millantare id est: accrescere millanta volte. Sbruffone è chi si attribuisce meriti grandiosi o qualità eccezionali che non possiede o imprese esagerate; da sbruffare, voce onomatopeica che indica l'emettere dalla bocca e/o dal naso spruzzi di liquidi fisiologici, come può accadere a chi apra continuamente la bocca.
Favone è il gran millantatore, vanesio chiacchierone oltre che saccente; piú che a fabulari=raccontar sciocchezze, si può collegare al latino favonius che indica un vento, come al vento si posson appaiare le vuote parole.
Grannezzuso è altezzoso, altero e per estensione vanaglorioso, millantatore; da granne (grande). Rodamunno e chi si vanta con arroganza di imprese straordinarie o veramente affronta rischi ma solo per ostentare forza e bravura.
Sbafante: vanitoso, vanaglorioso, aduso alla spacconeria; l’etimo è da ricercarsi in una serie onomatopeica ba... fa... da collegarsi all'espirazione ed all'apertura di bocca per vantarsi.
Sbardellone: il grande vanesio ciarlatore, aduso a eccedere, in linea con il suo etimo da bardellare= porre la bardella (piccola sella), con la protesi della esse che qui non è intensiva, ma distrattiva, per significare proprio il debordamento delle ciarle dello sbardellone. Spacca-e-mmette-ô-sole: indicherebbe di per sé l'azione di quei contadini che, raccolti i pomidoro li spaccano e li pongono al sole perché si secchino.
Squarcione vale spaccone: da squarcià, dal latino volgare ex-quarciare, variante di ex-quartiare: dividere in quattro.
Spallettone: colui che fu definito mastrisso, ironica corruzione del latino magister. Vuol dimostrare d'essere onnisciente, di avere le soluzioni di tutti i problemi, specie di quelli degli altri, senza farsi mai coinvolgere ma solo dispensando consigli che non poggiano su scienza o esperienza, ma son frutto di saccenteria. Non v'è campo dello scibile o del quotidiano vivere in cui lo spallettone non sia versato. L'economia nazionale? E lo spallettone sa come farla girare al meglio. L'educazione dei figli altrui, mai dei propri? A chiacchiere, sa come farne degli esseri commendevoli. Per ciò che riguarda l'etimologia non vi sono certezze essendo il vocabolo sconosciuto ai compilatori di vocabolarî della lingua napoletana, adusi a pescare le parole negli scritti degli autori classici e, spesso, a tenere in non cale il vivo, corrente idioma popolare. Non posso allora che proporre un'ipotesi, non supportata da riscontri storico-letterarî ma che mi pare perseguibile: essendo il sostrato dello spallettone la vuota chiacchiera, è al parlare che bisogna riferirsi: a mio avviso si è formato sul verbo parlettià (ciarlare) con la classica esse intensiva partenopea, l'assimilazione regressiva della erre alla elle e l'aggiunta del suffisso accrescitivo one secondo il percorso seguente: parlettià →sparlettià→sparlettone→spallettone.
Rammenterò in chiusura che tutte le voci elencate, con la sola eccezione di spallettone possono essere usate, con cambio di suffisso al femminile ad es.: grannezzuso/grannezzosa – favone /favona – squarcione/squarciona - sbardellone/sbardellona etc. Solo per spallettone il napoletano à coniato un corrispondente specifico per femminile che è cciaccessa derivato dal verbo ciarlare secondo il seguente percorso morfologico ciarlare + essa→ciarlessa da cui per il fenomeno dell’assimilazione ciaccessa e raddoppiamento espressivo della c d’avvio → cciaccessa.
Raffaele BRACALE

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