domenica 22 marzo 2009

FARSE N’ATU TTANTO

FARSE N’ATU TTANTO
Ad litteram: farsi un altrettanto; id est: quasi raddoppiare di volume. Locuzione che a prima vista parrebbe di uguale portata di quella che recita farse ciuotto ciutto , ma che invece se ne discosta parecchio, laddove si tenga conto che la locuzione farse ciuotto ciutto attiene specificatamente al mangiare e bere che producono la sazietà richiamata dal termine ciuotto ( che è da una rad. greca ky- (cfr.kýein=essere incinta)+ il suff. otto per render l’idea di essere gonfio) raddoppiato (con la tipica iterazione napoletana usata per formare i superlativi: cfr altrove sicco sicco = magrissimo, luongo luongo = lunghissimo o altissimo, chiatto chiatto = grassissimo etc.) in ciuotto ciuotto; mentre la locuzione qui in epigrafe è di portata completamente diversa ed illustra la sensazione morale di chi, viste riconosciute le proprie idee, il proprio punto di vista in ordine ad un argomento che gli stia a cuore, viste accettate le proprie proposte circa il modo di condurre a termine un affare o una faccenda qualsivoglia, si compiace delle proprie capacità organizzative o direttive, provandone cosí tanta soddisfazione da veder metaforicamente ed iperbolicamente raddoppiato il proprio volume corporeo.
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