sabato 4 aprile 2009

LA LOCUZIONE NAPOLETANA SCIUÉ SCIUÉ

LA LOCUZIONE NAPOLETANA SCIUÉ SCIUÉ
Anche per il merito di una canzonetta degli anni ’50, la locuzione in epigrafe è molto conosciuta e viene usata quasi come aggettivazione per indicare qualsiasi cosa venga fatta con superficialità, alla buona, senza eccessivo impegno, insomma in maniera fluente, scorrevole, con semplicità.
Per ciò che attiene all’etimologia, una scuola di pensiero reputa che l’espressione provenga dal francese e precisamente dalla voce: échoué participio passato dal verbo échouer che significa: non riuscire,andare a vuoto. Orbene, è vero che la voce échoué suona, nella lettura esciué, in maniera molto simile allo sciué napoletano, ma la locuzione partenopea non indica mai qualcosa di non riuscito o di andato a vuoto, mancato, ma sempre qualcosa di condotto a termine sia pure in maniera semplice, scorrevolmente, senza porsi problemi.
Penso perciò che questa ipotesi non sia percorribile.
Altra ipotesi proposta è quella che collega la locuzione napoletana in epigrafe all’ arabo shoué shoué.; ipotesi affascinante alla luce delle numerose invasioni arabe che dal 1000 in poi tormentarono Napoli ed il suo reame, e le numerose parole che il napoletano à mutuato dall’arabo, ma l’ipotesi penso sia da scartare in quanto l’espressione araba non significa: velocemente, alla buona, ma – al contrario - piano piano. Reputo – a questo punto - molto piú vicina al vero l’ipotesi che fa derivare dall’immarcescibile latino la locuzione napoletana sciué sciué.
Infatti morfologicamente e semanticamente si può pervenire a sciué sciué, partendo da un reiterato fluens part. presente di fluere=scorrere, insomma fluens fluens che tradotto suona fluente, scorrevole con il medesimo significato di sciué sciué.
A favore di questa ipotesi oltre il medesimo significato, gioca il fatto che il gruppo FL latino trasmigrato nel napoletano diviene sempre SCI, come nel caso di flos (fiore) divenuto: sciore o flumen(fiume) diventato sciummo.
Raffaele Bracale

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