domenica 2 agosto 2009

MEGLIO ‘NU CÀNTARO CHINO, etc.

MEGLIO ‘NU CÀNTARO CHINO, CA ‘NU PRINCIPIANTE ‘E VIULINO

Ad litteram: meglio un vaso di comodo pieno (e dunque maleolente), che uno che principii a far pratica di violino.
Estensivamente: è preferibile aver contatti con cose o persone repellenti anzi che con fastidiosi importuni.
È risaputo che il violino è forse lo strumento piú difficile da sonarsi e l’apprendimento della tecnica necessaria per sonarlo è gravoso, lungo e fastidioso per i terzi costretti spesso a sopportare lo stridio straziante degli accordi prodotti dai neofiti dello studio del violino, tanto fastidioso da indurre i partenopei a prefervi addirittura un maleolente, pieno vaso di comodo.
càntaro = vaso di comodo, alto cilindrico contenitore in terraglia smaltata usato, olim, per accogliere gli esiti fisiologici della famiglia; derivato dal lat. càntàru(m) che è dal greco kàntàros; da non confondersi con cantàro= misura di aridi che derivato dall’arabo qintâr vale in napoletano quintale= cento rotoli.
chino= pieno, riempito aggettivo qual. derivato del lat. plenu(m) secondo il consueto passaggio di pl a chi come alibi chiú←plus, chiazza←platea, chiummo←plumbeum etc.
viulino= violino antico strumento cordofono ad arco, costruito in varie fogge e dimensioni, in uso tra il XIII e il XVIII sec.: viola da gamba, che si sonava tenendola appoggiata a terra come l'odierno violoncello; viola da braccio, che si sonava imbracciandola come gli odierni violino e viola; viola d'amore, viola da braccio con corde vibranti per simpatia tese al disotto della tastiera e del ponticello, dotata di un suono molto dolce | strumento cordofono ad arco della famiglia del violino, di taglia e suono intermedio fra questo e il violoncello; l’etimo è dal provenz. viola, di orig. probabilmente onomatopeica.
Raffaele Bracale

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