martedì 29 dicembre 2009

SCONTROSO & DINTORNI

SCONTROSO & DINTORNI
L’idea della ricerca che svolgo in queste paginette prese le mosse da un incontro che ebbi sere or sono con l’amico N.C. (i consueti problemi di privatezza mi impongono l’indicazione delle sole iniziali di nome e cognome), incontro durante il quale usai in riferimento alla sposa M. dell’amico signora che (benché mi conoscesse da lunga data) aveva disertato l’incontro, adducendo non so quale improvviso mal di testa, signora cui – a commento del fatto – riferii l’aggettivo spruceta ; l’amico N.C. non ne conosceva il significato e me ne chiese spiegazione, dandomi il destro per queste pagine.
Comincio súbito a dire, per prendere il toro per le corna che con la voce spruceto/a l’idioma napoletano traduce gli aggettivi dell’italiano : aspro/a, arcigno/a, scontroso/a che è il tipico atteggiamento repulsivo usato nei rapporti interpersonali, soprattutto dalle donne, ma talvolta anche da gli uomini, che senza un ben determinato motivo, preferiscono mostrarsi ritrosi/e ed intrattabili, piuttosto che comunicativi/e e partecipativi/e.
Non di facilissima lettura l’etimologia; si può pensare ad un latino volgare *(a)sprucidu(m)→*sprucetu(m) per il classico asperu(m)→aspru(m)= aspro, ma si può anche far risalire (sia pure con un piú articolato cammino morfologico) la voce in epigrafe ad un basso latino *asprugo per asperugo= sorta di cicoria selvatica dalle foglie ruvide, aspre e piccanti; personalmente propendo per la prima ipotesi.Ciò premesso allarghiamo gli orizzonti prendendo dapprima in esame i sinonimi nell’italiano della voce in epigrafe ed a seguire le voci del napoletano (tra le quali spruceto/a che li traducono. L’aggettivo scontroso/a à nell’italiano i seguenti sinonimi:
asociale, agg.vo o s.vo m.le e f.le:
1 che rifiuta di conformarsi alle regole di vita della società organizzata; che è privo di coscienza sociale
2 (estens.) che à carattere chiuso, introverso
come s. m. e f. individuo asociale
quanto all’etimo è dal lat. sociale(m), deriv. di socius 'socio' con prostesi di una a (con il valore dell’alfa privativa greca)
aspro/a, agg.vo m.le o f.le:
1 di sapore agro, acidulo: il limone è aspro. DIM. aspretto, asprino
2 si dice di suono o voce stridente, sgradevole: l'aspro frinire delle cicale |
3(ling.) di suono che è pronunciato con aspirazione relativamente marcata | spirito aspro, nel greco antico, segno che indica aspirazione di vocale o del suono r all'inizio di parola | s, z aspra, (antiq.) s, z sorda, contrapposta a s, z dolce, cioè sonora
4 di odore pungente, penetrante: l'aspro odor de i vini CARDUCCI) (
5 in relazione al tatto, ruvido, scabro | (estens.) impervio, scosceso; anche, brullo, selvaggio: l'aspro paesaggio del deserto
6 (fig.) rigido, duro, inclemente, scontroso, scostante: un clima aspro; un carattere aspro, scontroso, scostante; parole aspre, severe
7 (fig.) violento, accanito: un'aspra contesa | difficile, tormentoso: l'aspro cammino della virtù
arcigno/a agg.vo m.le o f.le
severo, duro, scostante: volto arcigno quanto all’etimo si reputa generalmente voce marcata sul fr. ant. rechignier (mod. rechigner) 'torcere la bocca, fare un viso severo', ma vi sono alcuni (ed io con loro) che leggono arcigno come metatesi di acrigno =asprigno, quasi aspro, derivato di acre (dal lat. acre(m)) con il suff. aggettivale ineus/ignus secondo il percorso morfologico acre(m)+ ignus→acrignus→arcignus
burbero/a, agg.vo o svo m.le o f.le che à modi scontrosi e bruschi, ma può nascondere gentilezza di sentimenti: uomo, atteggiamento burbero
Usato anche come s. m. o f.le : fare il burbero/la burbera
Etimologicamente ai piú pare coniato ad imitazione del s.vo burbanza = boria, alterigia vanitosa; tale voce burbanza a sua volta è dal provenz. ant. bobansa, bombansa, incrociato con burban, dello stesso sign., ma a mio avviso questa parentela mi pare improbabile atteso che semanticamente altro è essere scontrosi altro boriosi o altezzosi: meglio perciò pensare al basso lat. *(re)burberu(m)= ispido di capelli, ispidezza che semanticamente è vicina alla asprezza, durezza, ruvidezza, scontrosità, severità, rigidezza, che connotano il burbero a margine;
brusco/a, agg.vo m.le o f.le
1 che à sapore asprigno ma non sgradevole: sapore brusco vino brusco
2 (fig.) ed è il nostro caso: burbero, severo, sgarbato: modi bruschi; essere brusco con qualcuno; trattare qualcuno con le (maniere) brusche, con durezza e severità
3 (fig.) improvviso, rapido, inatteso: una brusca frenata
4 (fig. non com.) rannuvolato, tempestoso (detto di tempo): cielo brusco | fresco, pungente (detto di vento): spirava un'arietta brusca
5 (fig. non com.) difficile, pericoloso (detto di momento, situazione, epoca e sim): tempi bruschi
voce etimologicamente dal lat. tardo bruscu(m), propr. 'pungitopo' o nodo del legno; rammento in coda che nell’italiano brusco è anche s.vo m.le e solo maschile nel significato di bruscolo, fuscello, festuca sempre dal lat. tardo bruscu(m), propr. nodo del legno ed esiste altresí un altro s.vo brusco usato solo nella loc. agg. o avv. tra il lusco e il brusco, quando la luce è incerta e ci si vede poco; (fig.) si dice di una situazione incerta o di un'espressione del volto tra il mite e il severo; in tal accezione la voce si fa derivare dal lat. *bisluscu(m) 'guercio (luscus, da cui lusco) da tutt'e due (bis) gli occhi', per sovrapposizione di brusco;
chiuso/a, agg.vo e talora s.vo m.le o come agg.vo anche f.le
1 nei sign. del verbo chiudere di cui è p.pass. | abito chiuso, accollato | mare chiuso, non in comunicazione con un oceano | avere il naso chiuso, per il raffreddore | mercato chiuso, che non à scambi commerciali con l'esterno | casa chiusa, casa di tolleranza | capitolo chiuso, (fig.) situazione del passato, non piú attuale | vocale chiusa, (ling.) quella nella cui articolazione il grado di apertura è inferiore che in altre considerate aperte o piú aperte (p. e. in it. u è vocale chiusa; la e di séno è chiusa rispetto alla e di tèsta) | sillaba chiusa, (ling.) quella in cui la vocale è seguita da consonante che appartiene alla stessa sillaba (p. e. can di canto) | pezzo chiuso, (mus.) ciascuna delle parti, in sé autonoma e conclusa, in cui si articolava il melodramma fino agli inizi dell'Ottocento
2 ed è il nostro caso: riservato, poco espansivo; introverso: persona chiusa; carattere chiuso
3 (lett.) oscuro, incomprensibile, riferito a un discorso o a uno scritto: Io non intendo il tuo parlar qui chiuso (PULCI)
il m.le chiuso usato da solo è anche s.vo:
1 luogo chiuso | terreno cintato per custodire il bestiame: Come le pecorelle escon del chiuso (DANTE Purg. III, 79)
2 aria stagnante, viziata: odore di chiuso;
all’etimo ò già accennato: part. pass. del verbo chiudere (che è dal lat.tardo cludere per il class. claudere e da cludere→chiudere
intrattabile, agg.vo m.le e f.le agg.
1 non trattabile, difficilmente trattabile: argomento intrattabile; metallo intrattabile
2 si dice di persona scontrosa, irascibile, con cui non è facile trattare o ragionare
etimologicamente dal lat. intractabile(m), comp. di in- 'in- ' (con il valore dell’ alfa privativa greca) e tractabilis, deriv. di tractare 'trattare'

ombroso/a, agg.vo m.le o f.le
1 che è in ombra, che à molta ombra: luogo ombroso
2 (lett.) che fa ombra: pino ombroso
3 (fig.) che si spaventa facilmente, che si adombra (detto di animale, spec. di cavallo) | (estens.come nel caso che ci occupa ) permaloso, diffidente, suscettibile (detto di persona o di carattere).
4 che prospera nell'ombra (detto di pianta)
5 (ant.) che ama l'ombra, le tenebre; per estens., malinconico;
etimologicamente dal lat. umbrosu(m), deriv. di umbra 'ombra'
permaloso/a, agg.vo e talora s.vo m.le o f.le
1che, chi si offende facilmente, anche per cose da nulla.
2 di persona facile a offendersi, che, per eccessivo amor proprio, si risente e s’indispettisce di atti e parole che altri non considererebbero offensivi (e che per lo piú non sono tali nelle intenzioni);
etimologicamente piú che dall’espressione aversela per male (che piú spesso è aversela a male = adontarsi, reputarsi offeso, sdegnarsi) direttamente dal lat. permale= assai malamente;
pudico/a, agg.vo m.le o f.le agg. [pl. m. -chi]
1 che à o mostra pudicizia: uomo, sguardo pudico
2 (lett.) riservato,vergognoso, umile: vid'io muovere a venir la testa / di quella mandra fortunata allotta, / pudica in faccia e ne l'andare onesta (DANTE Purg. III, 85-87)
3 (per amp.) ritroso, scontroso, schivo, riluttante;
etimologicamente dal lat. pudicu(m), deriv. di pudíre 'sentire vergogna'
riluttante agg.vo m.le e f.le
1che non vuole, che esita a fare qualcosa o la fa malvolentieri;
2 restio, ritroso: essere, mostrarsi riluttante
etimologicamente è il part. pres. di riluttare= esitare, non volere dal lat. reluctari 'opporsi', comp. di re- 'contro' e luctari 'lottare';
ritroso/a, agg.vo m.le o f.le
1 poco socievole per timidezza o per modestia
2 che è restio a dire o a fare qualcosa: essere ritroso a parlare in pubblico etimologicamente dal lat. retrorsu(m) 'girato indietro', comp. di retro 'indietro' e vorsus (variante di versus), part. pass. di vertere 'voltare, girare';
riservato/a, agg.vo m.le o f.le
1 come nel nostro caso che à riserbo; schivo, discreto: carattere riservato | prognosi riservata, (med.) sospensione del giudizio, da parte del medico, circa la possibilità di guarigione di un malato grave
2 che è destinato a una determinata persona, che non è cedibile ad altri; privato: posto riservato; lettera riservata, che deve essere aperta solo dal destinatario; notizia riservata, da non divulgare | patto di riservato dominio, (dir.) clausola per cui il venditore di un bene non interamente pagato ne rimane proprietario fino all'estinzione del credito, benché il compratore ne sia entrato in possesso
3 destinato a uno specifico uso o funzione: canale riservato | parola riservata, (inform.) parola che può essere impiegata solo in determinati programmi (in partic., nei sistemi operativi)
4 prenotato
etimologicamente part. pass. di riservare che è dal lat. reservare, comp. di re-, con valore intens., e servare 'conservare';
suscettibile, agg.vo m.le e f.le
1 si dice di cosa capace di subire influenze esterne (che tendono a modificare la sua condizione): una situazione suscettibile di miglioramento; il pensiero umano è suscettibile di sviluppo
2 come nel nostro caso riferito a persona, che si offende con eccessiva facilità; permaloso.
etimologicamente dal lat. tardo susceptibile(m), deriv. di susceptus, part. pass. di suscipere, comp. di sub→sus 'sub-' e capere 'prendere', propr. 'prender sopra di sé'; nel sign. 2, dal fr. susceptible;
schivo/a, agg.vo m.le o f.le
1 che cerca di evitare qualcosa, che rifugge dal fare qualcosa; schivo di onori, di complimenti; essere schivo di mostrarsi in pubblico
2 come nel nostro caso: ritroso, timido: una ragazza schiva etimologicamente deverbale di schivare (dal francone skiuhjan 'aver riguardo, scansare') =evitare, scansare, eludere;
scontroso/a agg.vo o s.vo m.le o f.le
1 che si imbroncia, si impermalisce facilmente;
2 come nel nostro caso: poco socievole, privo di cordialità: un uomo chiuso e scontroso; avere un carattere scontroso; un modo di fare scontroso.
come s.vo m.le o f.le [f. -a] persona scontrosa: non fare lo/a scontroso/a! etimologicamente deverbale di scontrare (che è da in-contrare(dal lat. tardo incontrare, deriv. di incontra) con cambio di prefisso) =urtare/urtarsi, cozzare l'uno contro l'altro
scorbutico/a, agg.vo m.le o f.le
1 (med.) che, chi è affetto da scorbuto
2 (fig.) come nel nostro caso: che, chi ha un carattere scontroso, aspro e scostante; un tipo scorbutico; non fare lo scorbutico!
etimologicamente denominale di scorbuto s. m. (med.) malattia dovuta a carenza di vitamina C, che si manifesta con dimagramento, ulcerazioni ed emorragie delle gengive e degli organi interni. etimologicamente scorbuto è dal lat. scient. mediev. scorbutus, che è dall'ant. scandinavo skyr-bjugr, nome di una malattia (bjugr) causata dal latte cagliato (skyr);
scostante, agg.vo m.le e f.le che suscita antipatia; poco socievole: un individuo scostante; gesti, modi scostanti. etimologicamente deverbale di scostare = allontanare una cosa o una persona, evitare,sfuggire; etimologicamente scostare è da ac-costare (= avvicinare) con cambio di prefisso; accostare, a sua volta è denominale di costa (lat. costa(m)). Le successive tre voci che pprendo in esame di per sé non sarebbero esattamente dei sinonimi precisi della voce in epigrafe; vengon considerati tali solo per estensione e con un’accezione piú marcatamente riduttiva o negativa:

maleducato/a, agg.vo m.le e f.le
1Che à ricevuto una cattiva educazione e si comporta abitualmente in maniera giudicata scorretta;
2 screanzato;
3 (per estens.) scontroso, intrattabile:
etimologicamente deverbale di educare (part. pass.) con protesi dell’avv. Male; educare è dal lat. educare, intensivo di educere 'trarre fuori, allevare', comp. di ex- 'fuori' e ducere 'trarre';
sgarbato/a agg.vo m.le e f.le
1 che non à garbo, sgraziato: una risata sgarbata
2 che si comporta in modo poco garbato, poco cortese: un impiegato molto sgarbato | che denota scortesia: risposta sgarbata; contegno sgarbato | persona sgarbata. Per ciò che attiene all’etimo, è voce formata da una s distrattiva + l’agg.vo garbato (derivato di garbo = a) che à compitezza nel comportarsi e nel trattare con gli altri; amabilità, cortesia; b) chi à modo aggraziato di eseguire una cosa: scrivere, dipingere con garbo | a garbo, come si deve, per bene, a modo: un lavoro fatto a garbo
c) che à esattezza, finitezza di forme; linea armoniosa che si conferisce a un oggetto mediante un accurato lavoro di modellatura e rifinitura; quanto all’etimo l’aggettivo garbato è un denominale di garbo che è forse (quest’ ipotesi è infatti morfologicamente poco convincente…) garbo e conseguentemente garbato è dall’ a. a. tedesco garwî= ornamento, forma ma piú probabilmente dall’arabo qalib= modello, sagoma passato nel francese med. come galbe donde il ns. garbo;

3 ( per estens.) : scontroso, scorbutico, scostante, ombroso, permaloso, suscettibile, burbero, brusco;
come s. m.le o f.le [f. -a] persona sgarbata;
villano/a, agg.vo o s.vo m.le e f.le
1 rozzo, scortese, maleducato: un atto, un modo villano; un ragazzo villano; E cortesia fu lui esser villano (DANTE Inf. XXXIII, 150)
2 ( per estens.) : scontroso, indocile, irritabile
etimologicamente dal lat. tardo villanu(m), deriv. di villa;
come s.vo m.le o f.le
1 (ant. , lett.) abitante della campagna: però giri Fortuna la sua rota / come le piace, e 'l villan la sua marra (DANTE Inf. XV, 95-96) | prov. : carta canta, villan dorme, quando si à in mano qualcosa di scritto, si può stare più tranquilli che i patti vengano rispettati
2 (spreg.) persona rozza, priva di garbo e cortesia: comportarsi da villano; non fare il villano! | villano rifatto, rivestito, ripulito, si dice di chi è diventato ricco o è salito socialmente, ma ha conservato animo e modi rozzi | prov. : scherzi di mano, scherzi da villano. Esamitate le voci dell’italiano, passiamo a quelle del napoletano:

acetuso/tosa, agg.vo m.le o f.le letteralmente acido/a e per traslato chiuso, arcigno; brusco, rude, sgarbato, scortese etimologicamente denominale di acito (che è dal lat. acitu(m));
‘ntruppecuso/osa, agg.vo m.le o f.le difficoltoso/a, scabroso/a, permaloso/a di carattere complicato e difficile etimologicamente deverbale di ‘ntruppecà= inciampare attravewrso uno sp. trompicar; ‘ntruppecà è un denominale del lat. tardo troppa→t(r)oppa→toppo = cespo, cespuglio, troncone dell'albero tagliato che rimane nel terreno, ceppo tale da far da intoppo;
scamuso/osa, agg.vo m.le o f.le aggettivo riferito con piccole differenze sia a soggetti animati che inanimati;
riferito a soggetti animati e piú precisamente a persone significa in italiano: rozzo, grossolano, rustico,grezzo, scostante e per ampiamento semantico si disse di persona magra ed allampanata;
riferito a cose inanimate(stoffe e/o oggetti ) vale nell’italiano: ruvido,squamoso,irto;
riferito infine a negozio o bottega indica un locale rustico,malmesso,trasandato;
per ciò che riguarda l’ etimologia escludiamo súbito la facile ma fallace tentazione di un collegamento alla voce scamunéa/éja/era s.f. che con derivazione dal lat. *scammonia/scammonea che furono dal greco skammonía indicò in primis un’erba dal cui estratto si ricavava un purgante ed indicò poi (forse per un traslato espressivo) gente vile, bordaglia, unione di monelli e, piú genericamente, plebaglia, ma ognuno vede che semanticamente è difficile trovare il collegamento tra un’erba purgativa ed un vocabolo che vale malandato, messo male mal ridotto, malsano; ugualmente non mi sento di poter accettare l’idea di chi propone per scamuso un collegamento etimologico con squamoso (cfr. antea); è vero che il significato di squamoso nell’accezione di ruvido, irto può – all’incirca – valere il napoletano scamuso come è pure vero che il nesso latino qua dà spesso il napoletano ca (cfr. ad es. exquassare→scassare) pur tuttavia non mi sento di accogliere la proposta che presupporrebbe un transito di accostamento ad un vocabolo della lingua italiana, accostamenti che ò sempre bandito e non per un colpevole provincialismo, ma in nome di un’originaria derivazione di tutte le voci partenopee dagli antichi idiomi (latino, greco ed altro); d’altro canto nemmeno mi convice l’etimologia proposta dall’amico prof. Carlo Iandolo che lègge in scamuso una s intensiva che precede l’avverbio greco kamái = a terra ottenendo da skamái→scamuso; questa proposta, semanticamente mi appare troppo debole e morfomogicamente, sforzata con quell’unione di greco skamái con un suff. latino osus→oso→uso.
A questo punto non rimane che prender per buona l’antica idea che vede in scamuso una derivazione metaplasmatica dello spagnolo (e)scamocho che accanto al significato di avanzo e resto à pure quelli di persona magra, allampanata; d’altro canto nello spagnolo è anche vivo il verbo escamochar (guastare, sciupare) che à fornito altresí il verbo napoletano scamuscià/are nei significati di afflosciare, diventar floscio e/o senza forze.
scarduso/osa, agg.vo m.le o f.le letteralmente pignolo, litighino, puntiglioso, perfezionista; meticoloso, minuzioso, scrupoloso e per ampiamento semantico burbero, scostante, antipatico, scorbutico, scontroso, intrattabile etimologicamente deverbale di scardà= scheggiare, levar le scaglie, litigare,cavillare; scardà è denominale di scarda(sal tedesco skarda)= scheggia,scaglia;
scignuso/osa, agg.vo m.le o f.le letteralmente è agg.vo che vale: irascibile, iracondo/a,collerico/a e solo estensivamente sta per antipatico, scorbutico, scontroso, intrattabile come chi si incollerisce per un nonnulla; etimologicamente denominale di scigna(dal lat. simja←simia)= scimmia; normale nel napoletano il passaggio di s + vocale (cfr. scemo←semu(m) etc.) a sci e di mj a gn (cfr. vennegna←vindemjare←vindemiare);
scurbuteco/a, agg.vo m.le o f.le cfr. il precedente scorbutico;
spruceto/a, agg.vo m.le o f.le di questo agg.vo ò già detto in principio di queste paginette;
temmeruso/osa agg.vo m.le o f.le letteralmente timoroso/a, timido/a e solo estensivamente sta per antipatico, insopportabile, inviso; fastidioso, sgradevole,che semanticamente si spiegano con il fatto che chi è timido o timoroso assume atteggiamenti di difesa che rendono insostenibile, intollerabile, sgradevole la persona che si difenda ad oltranza; etimologicamente denominale di temmore=timore sentimento di ansia, di apprensione, di incertezza che si prova davanti a un pericolo o a un danno vero o supposto; preoccupazione, trepidazione; temmore è dal lat. timore(m), deriv. di timíre 'temere' con raddoppiamento espressivo della consonante nasale bilabiale emme.
Satis est.
Raffaele Bracale

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