venerdì 26 marzo 2010

UNDICESIMA DI RITORNO NAPOLI 3– JUVE1 - LI Ò VISTI COSÍ

UNDICESIMA DI RITORNO NAPOLI3 – JUVE1
LI Ò VISTI COSÍ

Alleluja, alleluja, alleluja! Gaudeaumus igitur ed esultiamo! Ieri sera nel gremito catino del San Paolo il Napoli à rifilato tre sberle, tre alla vecchia baldracca del calcio italiano e con le tre che le aveva rifilato nella partita d’andata, per questo campionato fanno sei, sei sostanziose polpette avvelenate e come quelle dell’andata, anche queste del ritorno in una rabbiosa rimonta durata tutta la ripresa dopo un primo tempo scotto e senza sugo. Facciamo un passettino indietro e consideriamo che se le statistiche valgon qualcosa, Walter Mazzarri à in marzo il mese dell'anno solare in cui le sue squadre danno, in sole gare di campionati professionistici, il miglior rendimento in termini di media-punti per gara: 1.51, frutto di 16 successi, 11 pareggi e 12 sconfitte, in 39 panchine. L'ultimo successo ottenuto in assoluto dal Napoli in campionato, prima di quello di ieri sera, risaliva al 24 gennaio scorso, quando gli azzurri si imposero per 2-0 in casa del Livorno: da allora il consuntivo campano era stato di 5 pareggi e di 3 sconfitte.

Per il Napoli si trattava cioè della serie negativa record stagionale in corso. Marek Hamsik fece di tutto per scendere in campo per festeggiare la 100ma presenza della propria carriera nella serie A italiana: 98 erano state collezionate sino ad ieri indossando la maglia del Napoli, ed 1 indossando quella del Brescia. Il debutto in categoria di Hamsik risaliva al 20 marzo 2005: Chievo-Brescia 3-1 Il Napoli è la squadra della serie A 2009/10 ad aver pareggiato più volte per 0-0: sono 7. La Juventus è la sola squadra della serie A 2009/10 a non aver finora mai pareggiato per 0-0.L'ultimo risultato ad «occhiali» dei bianconeri in campionato, considerata la sola regular-season, risale al 27 settembre 2008 quando, in serie A, fu 0-0 in casa della Sampdoria: da allora sono trascorse 62 giornate di campionato.

Quella partenopea è una delle due squadre dell'attuale campionato, assieme alla Sampdoria, ad aver beneficiato del maggior numero di cartellini rossi a favore: sono addirittura ben 8 per entrambe le squadre; anche ieri sera Del Piero (fallaccio violento su Grava),Chiellini, e Camoranesi ò’avrebbero meritato…., ma arbitrava Rizzoli pupillo di Collina e del Palazzo (dove la Juve conta e tanto!). La Juventus è invece una delle due squadre della serie A 2009/10, assieme al Palermo, ad aver beneficiato del minor numero di espulsioni a favore: appena 1 per entrambe. Il cambio tecnico in casa della Juventus vede Zaccheroni aver ottenuto 12 punti in 8 giornate (1.50 di media per gara) contro i 33 punti in 21 partite di Ciro Ferrara (media 1.57 a partita).

Juventus a porta aperta da 16 giornate di fila in campionato, per un totale di 27 reti al passivo, e con quelle di ieri sera siamo a quota 30: l'ultima gara senza subire gol risaliva al 22 novembre scorso, Juventus-Udinese 1-0.
Altro capitolo:La vecchia baldracca del calcio italiano ed il Napoli. Sorrisi e pianti, sfide epiche, incroci scudetto, in un viavai di grandi firme, non solo Maradona e Platini. Storie di ieri. Quella dell'altro ieri è intestata a Josè Altafini. Ribattezzato core ’ngrato, il 6 aprile 1975 spegne l'illusione scudetto del furente Napoli di Vinicio, mai prima così vicino al titolo. Gol di Altafini all’88’, la beffa dell’ex, 2-1. Lacrime napoletane, muti 30.000 napoletani in trasferta. Accadde a Torino, stadio Comunale, dove il Napoli, non più ciuccio malandato, andrà poi a sistemare la pietra miliare del primo scudetto. «Quest’anno se lo prende il Napoli», l’avvocato Agnelli ci prende in pieno, a settembre.

Delirio napoletano. 9 gennaio 1986, nona giornata, 1-3 in rimonta, Maradona da Toscanini del pallone, a segno Ferrario, Giordano e Volpecina. Ventimila napoletani stavolta pazzi di gioia. L’occhiolino allo scudetto in arrivo a maggio. Casa Juve violata quel giorno dal Napoli, non succedeva da 29 anni, 24 novembre 1957: 1-3: Una goduria imprevedibile fino al fischio d’inizio di Orlandini di Roma. Bugatti, il portiere, in campo con febbre a 39 e mezzo. Imbottito di medicinali, ritira il Premio Combi, e para tutto, proprio tutto. Disinnescati Sivori, Charles e Boniperti, i mammasantissima del pallone. L’entusiasmante sentenza porta le firme di Vinicio, Di Giacomo e Novelli. La Juve partorita da un gruppo di studenti su una panchina di Torino e il Napoli nato ciuccio con cento piaghe. Esagerata la Juve, non ancóra Vecchia Signora, ma già baldracca stagionata: 11-0 a mo’ di presentazione, 3 gol all'andata e 8 al ritorno, campionato 1926-27. Cinque volte a segno Vojak, che un giorno i gol li avrebbe firmati per il Napoli. La Real Casa e il ciucciariello, che s’inventa cavallo da corsa il 19 febbraio 1939. Il Napoli con i due olimpionici di Berlino, Negro e Piccini, e Nereo Rocco.
Il graffio del futuro Paron sul 4-1 alla Juve. Spettacolare, sfizioso, il 3-3 del ’57, al Vomero, già sognando un nuovo grande stadio in grado di accogliere la straripante passione dei napoletani. Ciao Vomero, ecco il San Paolo. Un ospite regale, la Juve, nel giorno dell’inaugurazione, 6 dicembre 1959. Ottantamila spettatori, incasso 70 milioni di lire. Un delirio senza fine, 2-1, Vinicio e Sandro Vitali goleador. E poi? La vendetta per interposta persona, campionato 1965-66. Altafini regala a Sivori il grande sfizio. Uno schiaffo e uno sberleffo a Heriberto Herrera, che si era fatto in otto per mandare via Omar dalla Real Casa. Canta Napoli a squarciagola, il primo dicembre 1968. Madama folgorata dalla doppietta di Montefusco, napoletano del quartiere Arenaccia.
Ma torniamo ad ieri sera; Walter Mazzarri aveva avvertito il suo Napoli alla vigilia della sfida casalinga contro la Vecchia Baldracca. «Stiamo attenti, non ci aspettiamo una Juventus in crisi».In effetti i bianconeri arrivarono al San Paolo dopo aver subíto la sconfitta contro la Sampdoria e dopo la traumatica eliminazione dall'Europa League. Insomma, la Vecchia Baldracca appariva in crisi. Mazzarri, però, non si fidò. «Arriva una grande squadra. Il valore dei giocatori della Juventus è altissimo, se noi sbagliamo qualcosa può succederci di tutto», disse il tecnico toscano. «Il risultato negativo della Juve è stato quello in Europa. La sconfitta col Fulham è stata sorprendente. A Genova, contro la Sampdoria, avevo visto una Juventus veemente nel primo tempo – proseguí Mazzarri- nella ripresa à pagato la fatica per l'impegno europeo ed è stata punita da un episodio. I bianconeri comunque ànno potuto recuperare energie,e domani saranno attenti e concentrati. Sarà una partita insidiosa».
Se la Juve piangeva, il Napoli non rideva. I partenopei non vincevano in casa dal 10 gennaio. L'ultimo successo risaliva al 24 gennaio. Mazzarri aveva chiosato: «All'inizio, quando sono arrivato abbiamo fatto cose straordinarie. Poi era prevedibile una flessione a livello di risultati. Le prestazioni, però, sono sempre state all'altezza. Sapete, poi, come sono andate le cose: tanti infortuni e qualche episodio. E mi fermo qui», aveva detto Mazzarri facendo riferimento, per un attimo, anche alle decisioni arbitrali sfavorevoli. I momenti complicati delle due squadre non ridimensiarono l'appeal dell'evento.

«Questa partita à un fascino particolare per la gente. Anche per un allenatore è una gara speciale: grandi stimoli, grande cornice di pubblico», aveva detto l'allenatore. Arrivava la Juve,ed era salita la febbre dei tifosi che ieri sera in 55mila affollarono il San Paolo per la supersfida con i bianconeri, per dare il loro necessario contributo di tifo caloroso; Mazzarri aveva già lanciato la sua parola chiave agli azzurri: aggancio, facciamo sognare i nostri tifosi.
Vincere, insomma: e cosí fu, a dispetto di tutto: del Palazzo, della malasorte, dell’avversario, dell’arbitro filojuventino…, di un primo tempo da schiaffi, d’un rigore mandato in curva…Contro tutto e tutti, si vinse! E fu gioia grande! La meritava il popolo del San Paolo che non vedeva gli azzurri vittoriosi dal 10 gennaio. Ecco perché il tecnico ce l’aveva messa tutta per spronare i suoi: se la fase critica appariva superata, come avevano dimostrato a Milano, si doveva farcela in ogni modo. E per la formazione, Lavezzi fu schierato centravanti con Zuniga a sinistra (e questo fu lo sbaglio di Mazzarri, oltre a quello di continuare a schierare come centrale una caricatura di giocatore grottesco, ridicolo, comico, parodistico, macchiettistico come P. Cannavaro che ieri sera avrà pure vinto la sfida con il fratello dirimpettaio, ma certamente non per merito suo, ma per il fatto che F. Cannavaro è ormai una vecchia gloria bolsa, spossata, stanca, debole e molliccia).
Un discorso a parte per Marekiaro Hamsik;
può anche rimanere senza voce o magari saltellare da un dialetto all’altro, non importa: il popolo azzurro, però, gli chiedeva semplicemente di non restare senza gol. Marek Hamsik, il re dell’Olimpico, l’eroe dell’andata,era pronto a lanciare l’assalto alla Juventus. E, nel frattempo, si preparava per una nuova avventura: girare uno spot per una compagnia slovacca di telefonia mobile. Come Francesco Totti. Il divo La storia,Decisamente intrigante la storia che racconta di quanto Marek, alla vigilia del Mondiale, stia gradualmente diventando il volto di un’intera Nazione stregata dal calcio. Il simbolo della Nazionale slovacca, più giovane dello stesso Hamsik, che tra l’altro guiderà in campo e fuori con la fascia di capitano in bella mostra sul braccio sinistro. Anno ricco di soddisfazioni, il suo: la nascita del primogenito Christian; la qualificazione al Mondiale sudafricano, la prima e dunque storica per il suo Paese; il premio di migliore giocatore slovacco 2009; gli sponsor e la televisione. Uno spot, per la precisione, che sarà girato la prossima settimana a Roma: a sceglierlo è stata la Orange, compagnia telefonica leader in Slovacchia che ha deciso di abbinarsi all’immagine vincente di Marek. Che emula cosí il capitano della Roma, Totti, testimonial consolidato e divertente nello stesso campo. Roma, tra l’altro, è anche la città che farà da teatro al battesimo del piccolo Christian: Hamsik, che à scelto la Basilica di Santa Maria Maggiore, una scelta non casuale considerando che per il popolo slovacco à un significato religioso particolare, deve soltanto comunicare la data a chi di dovere. Per la cerimonia è tutto pronto.
Tornando alla partita di ieri,dico che risultò fondamentale ai fini della classifica e della rincorsa europea; suggestiva, considerando i ricordi dell’andata. Era il 31 ottobre 2009 e, dopo essere andato sotto per 2-0, il Napoli pareggiò e andò in vantaggio con due gol di Hamsik e uno di Datolo. Vittoria storica, ritrovata a Torino dopo 21 anni di attesa. Il giovanotto con la cresta punk dichiarò: «È stata l’emozione piú grande». Il popolo del San Paolo non attendeva altro che la replica: «Siamo molto carichi – aveva detto il capocannoniere azzurro dalle colonne del suo sito web -: considerando che dovremo giocare anche domenica con il Catania, non dovremo avere cali di concentrazione»Lui però ebbe un calo emozionale quando si trovò sul dischetto il pallone del possibile pareggio e (strano per lui!) lo sprecò malamente; per fortuna che poi si rifece incornando il pallone del momentaneo pareggio, sotto misura, pallone pervenutogli con uno splendido assist di Quagliarella. Dopo poco Marekiaro restituí l’omaggio allo stabiese ed offrí a Quagliarella l’assist per il vantaggio napoletano; ed in tal modo Hamsik festeggiò ieri alla grandissima la centesima presenza in serie A (99 con il Napoli, una con il Brescia nel 2005:esordio). Ieri non si giocava per lo scudetto come negli anni Ottanta. Ma al San Paolo l’atmosfera di Napoli-Juventus era davvero da brividi. Alla fine la spuntano i partenopei, che recuperano con una reazione rabbiosa il gol a freddo di Chiellini. Ci pensano Hamsik e Quagliarella, che nella ripresa ribaltano il match pur dimenticandosi di sfruttare un calcio di rigore, fallito dallo slovacco. E paradossalmente fu piú gratificante la vittoria finale ottenuta su azione. Finí 3-1, perché a due minuti dal termine Lavezzi mise il punto ammirativo sul successo napoletano , terzo ko di fila tra campionato ed Europa League per una Juventus sempre piú patetica ed imbarazzante. Il Napoli si rialzò, giusto in tempo per la volata finale con vista Champions. La Vecchia baldracca fu acciuffata. Ed il Palermo è solo tre gradini piú in alto. Passiamo ai singoli:
DE SANCTIS 6 - di simpatia. Spettatore non pagante; la Juve punse poco o niente e lui non dovette effettuare grandi interventi.Nell’occasione del gol juventino avrebbe forse potuto fare qualcosa uscendo,ma – si sa – De Sanctis è restio alle uscite e Chiellini s’era bevuto quella mezza calzetta di Paolo Cannavaro e aveva colpito di testa a due metri dalla linea del gol
GRAVA 8 Il migliore dei suoi in quanto giocò benissimo per tutta la partita e non solo nel secondo tempo come capitò a parecchi dei suoi compagni… Prese tante botte,alcune addirittura proditorie e violentissime (Del Piero, solo ammonito…) ma le restituí quasi tutte, rischiando anche la seconda ammonizione. Decisivo in recupero su Del Piero nella ripresa.
CANNAVARO 4.5 Culo di piombo, giocatore grottesco, ridicolo, comico, parodistico, macchiettistico fu il peggiore in maglia azzurra; si perse Chiellini in occasione del gol. Gravissimo errore,che poteva costare caro!
CAMPAGNARO 6.5 Grintoso e determinato,soprattutto nella ripresa lasciò pochissimi spazi agli avversari.
MAGGIO 5,5 Assente quasi del tutto nel primo tempo, nella ripresa fu mobile ed intraprendente, mettendo in costante agitazione la difesa bianconera, anche se sprecò banalmente l'occasione migliore.
RINAUDO s.v. entrò al momento delle barricate, ma non ce fu bisogno!
ZUNIGA 5 Irritante e quasi inutile,ma non per colpa sua: a sinistra – si vide e si vedrà sempre! - non è a suo agio,e non riuscí a tenere bene Camoranesi, anche ricorrendo a qualche rudezza di troppo, che del resto gli furono restituite con gli interessi.
PAZIENZA 6,5 Si sacrificò in mezzo al campo, recuperando tanti palloni e lottando fino alla fine.
CIGARINI s.v. senza voto Non riuscí ad incidere in alcun modo nell’economia della gara
HAMSIK 6,5 (media fra il 4 meritato nel primo tempo ed i primi due minuti del secondo e l’ 8,5 per il residuo secondo tempo). Un gol importante, ed una gran palla per Quagliarella in occasione del 2° gol. Il rigore sbagliato malamente gli abbassa il voto.
GARGANO 6 Vale per lui quanto detto per Pazienza. Gara di sostanza ancorché un po’ stanco ed impreciso.
QUAGLIARELLA 7 (media fra il 5 per un primo tempo insulso ed inconferente ed il 9 per il secondo, superbo e produttivo). Sfruttò l'imbeccata di Hamsik per tornare al gol. Non fu ancóra il miglior Quagliarella, ma son certo che questa rete gli darà morale per il futuro.
LAVEZZI 8 Schierato ancóra da prima punta, a tratti fu inarrestabile, Manninger gli negò il gol nel primo tempo, e lui si rifece nel finale di partita mettendo il sigillo alla vittoria azzurra.
DENIS s.v.; entrò tardi e non fece in tempo a farsi notare.

MAZZARRI 7 Preparò ottimamente l’incontro e nell’intervallo sapientemente redarguí i suoi che tornarono in campo rivitalizzati. Tuttavia fece due errori: l’utilizzo di Zuniga a sn. e quello di P. Cannavaro come centrale che – culo di piombo – è l’ autentica palla al piede dei napoletani.
L’arbitro RIZZOLI 4 e l’ò trattato bene! Volle fare il protagonista con quella sua aria da irritante ducetto; come da antica abitudine fu in palese soggezione morale nei confronti della Vecchia Baldracca ed entrò in campo deciso a non vedere gli atteggiamenti rissosi e provocatorii degli juventini (Camoranesi, Grosso, Chiellini e Del Piero in testa); fischiò sistematicamente e per partito preso contro gli azzurri: ed avendo, obtorto collo, già concesso un rigore, poi sprecato da Hamsik non volle vedere due rigori per falli su Quagliarella e/o P. Cannavaro; sbagliò insomma ripetutamente e condonò ai bianconeri falli da espulsione, che -con probabili squalifiche degli espulsi - avrebbero poi condizionato le successive partite della zebra, cosa che sarebbe risultata sgradita al Palazzo che vuole in Champions la Juve e non una squadra del sud: Napoli o Palermo!
Raffaele Bracale

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