giovedì 22 marzo 2012

FÀ ‘E CUFECCHIE

FÀ ‘E CUFECCHIE
Questa volta è stato il caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli significato e portata dell’ espressione partenopea in epigrafe. L’accontento súbito, sperando – con ciò che dirò - di interessare anche qualcun altro dei miei ventiquattro lettori. Comincio con il dire che abbenché si tratti di un’espressione molto datata è ancóra possibile coglierla sulle labbra dei napoletani d’antan della città bassa. L’espressione intraducibile ad litteram vale in primis ingannare, imbrogliare, beffare, burlare, raggirare il tutto in maniera contenuta e modesta; con altro senso (che è poi quello piú usato e sotteso all’uso dell’espressione e che reputo interessi l’amico P.G. ) ci si intende riferire, con malcelata compiacenza e quasi approvata solidarietà ai veniali tradimenti, alle occasionali,perdonabili ancorché reiterate trasgressioni operate da una sposa o piú spesso da uno sposo nei confronti del proprio coniguato/a.
La voce cufecchia s.vo f.le =in primis 1 inganno, imbroglio, raggiro;
per estensione 2beffa, burla; per ampiamento semantico 3 tradimento, trasgressione;
Sull’etimologia del s.vo non v’è identità di vedute: D’Ascoli e l’amico avv. Renato de Falco optano per una culla greca, ma ambedue escludono l’ipotesi di una derivazione da kufon= gogna e propendono per kofos = sciocco, balordo, stupido, idiota, cretino, stolto, deficiente quasi che il burlare o l’imbrogliare, il tradimento o la trasgressione fóssero azioni da sciocco, balordo, stupido, idiota, cretino, stolto etc. Stimo e quanto l’amico avv. Renato de Falco, ma questa volta non ci siamo! Semanticamente la faccenda non può convincere: è l’intelligente, lo sveglio, il perspicace, l’astuto etc. quello in grado imbrogliare, beffare, burlare raggirare, tradire o trasgredire, non certo lo sciocco, il balordo, lo stupido, l’ idiota, il cretino, lo stolto! Trovo, con l’altro amico il prof. Carlo Iandolo, piú corretta una derivazione dall’agg.vo greco kóbalos (furbo, imbroglione) per il tramite di un neutro pl. poi inteso fle sg. *kobalíc(u)la→ *koba(í)c(u)la→ *kobacla→*kofecchia con tipica alternanza b→f di fondo osco.

E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste due paginette.Satis est.
Raffaele Bracale

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