domenica 22 luglio 2012

‘A FORCA è FFATTA P’’O PUVERIELLO

Il motto in epigrafe da tradursi ad litteram: Il capestro s’addice al povero è un icastico proverbio da intendersi in piú modi a seconda del significato che si dà alla parola puveriello; interpretata nel senso piú comune la voce puveriello vale poveretto, indigente, bisognoso, nullatenente e cioè misero, meschino, ed il motto,in tal caso, à quasi una valenza storica stando a significare che un tempo chi fosse povero, indigente, bisognoso, nullatenente, misero, meschino e commettesse qualche grave reato comportante la pena di morte doveva attendersi soltanto un’esecuzione infamante, vergognosa, disonorevole, ignominiosa quale quella del capestro, della forca e non poteva aspirare alla fucilazione o decapitazione esecuzione decorosa quando non addirittura onorevole che era riservata ai nobili, ricchi, facoltosi, abbienti; intesa in senso esteso la voce puveriello vale manigoldo, furfante, canaglia, farabutto, malfattore, traditore, ed allora il motto si attaglia a chiunque compresi nobili, ricchi, facoltosi, abbienti che nel delinquere si fossero comportati in maniera infamante, vergognosa, disonorevole, ignominiosa come accadde nel caso del tradimento,o della lesa maestà da parte d’un militare (cfr. il caso dell’ammiraglio borbonico F.sco Caracciolo (Napoli, 18 gennaio 1752 –† Napoli, 28 giugno 1799) macchiatosi d’ambedue le colpe) che - condannato a morte – fu afforcato e non fucilato o decapitato come per solito accadeva con i militari condannati a morte per altri gravi reati come ad es. codardía o disobbedienza in battaglia. Forca s.vo f.le forca, capestro, 1 attrezzo agricolo per rimuovere fastelli di paglia, fieno ecc., ricavato da un lungo ramo biforcuto in modo da costituire un manico terminante in due denti appuntiti (rebbi) | fatto a forca, biforcato 2 (estens.) qualsiasi oggetto in forma di forca 3 (ed è il ns. caso) patibolo per eseguire impiccagioni, formato generalmente da uno o due pali verticali infissi nel terreno e sormontati da un palo orizzontale al quale è appeso il capestro: murí ‘ncopp’â forca (morire sulla forca) | la pena stessa: cundannà â forca (condannare alla forca') jí ncopp’â forca (andare sulla forca), nel linguaggio corrente, solo come imprecazione, di sign. uguale ad 'andare all'inferno, al diavolo, in malora':jate tutte ‘ncopp’â forca (andate tutti sulla forca! ). 4 valico fra due monti. Voce dal lat. furca(m) puveriello s.vo ed agg.vo m.le diminutivo (cfr. i suff. i+ello)di poveru (dal lat. pauperu(m), comp. del tema pau- di paucus 'poco' e un deriv. di parere 'produrre'; propr. 'che produce poco') voce che però nel napoletano non viene usata che come agg.vo (cfr. ‘nu poveru cristo) mentre come s.vo non viene quasi mai usata preferendoglisi il diminutivo a margine.Da notare nella voce in esame la chiusura in u della o di poveru intesa lunga: ō con il passaggio da un possibile poveriello all’attestato puveriello. R.Bracale

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