lunedì 13 agosto 2012

IL GIOCO DELLA TOMBOLA & IL LOTTO

IL GIOCO DELLA TOMBOLA & IL LOTTO Il gioco della tombola fu ideato a Napoli intorno al 1735 allorché il famosissimo padre domenicano Gregorio Maria Rocco (Napoli, 4 ottobre 1700 †Napoli, 2 agosto 1782) tale frate domenicano, molto noto sia tra il popolo che a corte, si prodigò a Napoli e provincia in opere di assistenza e di apostolato per alleviare la sofferenza di poveri ed emarginati e combattere il vizio in tutte le sue forme e facendo leva sulla grande la considerazione che gli veniva attribuita indusse in Carlo III di Borbone l’idea della costruzione del Real Albergo dei Poveri (1751-1829) su progetto dell'architetto Ferdinando Fuga, per dare ricovero ai diseredati. Notissima poi la sua l'iniziativa dell' illuminazione delle strade napoletane, fino allora inesistente, per contrastare i banditi che sul far del buio assaltavano i viandanti. La situazione già critica fin dal tempo del vice regno spagnolo, si era fatta insostenibile dappoiché s’era dimostrato persino vano il tentativo di illuminare le strade con delle lampade ad olio che venivano subito rimosse dai malintenzionati; il padre Rocco ricorse allora ad un gesto astuto; facendo leva sul sentimento religioso popolare, aveva fatto apporre immagini sacre sui muri delle case,soprattutto su quelle ai cantoni delle viuzze e vicoletti, sollecitando i fedeli ad accendere a sera uno o piú lumini innanzi alle effigi; se ne ricavò una illuminazione stradale insufficiente forse, ma funzionale che mantenne il suo scopo fino a tutto il 1° Gennaio 1817 con le prime tracce del gas a Napoli allorché il re Ferdinando I Borbone concesse a Pietro Andevel di Montpellier un "privilegio" per fornire la città di un’illuminazione a gas idrogeno. Ma non divaghiamo! Torniamo al padre G.M.Rocco che nel 1735, adducendo l’immoralità del giuco del Lotto, ottenne da Carlo III (Madrid, 20 gennaio 1716 †Madrid, 14 dicembre 1788) Carlo era figlio di Filippo V di Spagna ed Elisabetta Farnese, duchessa di Parma e Piacenza e fu duca di Parma dal 26 febbraio 1731 al 1735 con il nome di Carlo I di Parma, Re di Napoli e Sicilia dal 1735 al 1759 con il semplice nome di Carlo quantunque sia ricordato con il nome di Carlo III (cfr. piazza Carlo III posta alla confluenza di via Foria, C.so Garibadi, Doganella) ottenne, dicevo, che détto gioco (peraltro ammesso come monopolio del Regno per sostenere le asfittiche casse dell’erario), fosse sospeso durante il periodo natalizio; il popolo ovviamente gradí poco il divieto e si organizzò in proprio, evitando altresí che il Lotto finisse nelle mani della camorra, ideando un giuoco familiare molto simile al Lotto,ma esente dal gravame fiscale, giuoco da farsi durante le festività natalizie in luogo del sospeso Lotto, gioco quest’ultimo molto praticato a Napoli e provincia sebbene fosse giuoco non originariamente partenopeo, ma forse milanese o ligure e segnatamente genovese: del suo ideatore tal Cristoforo Taverna, mancano precise notizie biografiche: chi lo dice milanese, chi genovese, ma tutti concordono sul fatto che fosse un banchiere che intorno al 1450 ideò un giuoco a premi (giuoco delle Borse), giuoco in cui v’erano sette premi (o borse) determinati mediante l’ estrazione a sorte di cinque numeri su novanta; gli originarî sette premi che furono nell’ordine primo eletto (a Napoli primm’aletto) – estratto semplice( a Napolistratto) – situato – ambo – terno – quaterno (ma a Napoli quaterna come normalmente poi in uso ovunque) – cinquina furono poi portati ad otto con l’introduzione di un’ottava borsa intermedia détta cadenza che premiava chi indovinasse la decina con maggior presenza nei cinque numeri estratti, ed il giuoco dell’otto borse divenne giuoco del lotto o piú semplicemente lotto), nelle tombole domestiche si sostití la borsa della cadenza e fu premiato chi indovinasse quindici numeri (‘a chiena), per cui i premi del lotto domestico (tombola) furono nell’ordine primo eletto (a Napoli primm’aletto) – estratto semplice( a Napoli stratto) – situato - ambo – terno – quaterno (ma a Napoli quaterna come normalmente poi in uso ovunque) – cinquina - chiena. Brak

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