mercoledì 23 gennaio 2013

LA LOCUZIONE NAPOLETANA “SCIUÉ SCIUÉ”

LA LOCUZIONE NAPOLETANA “SCIUÉ SCIUÉ” Anche per il merito di una canzonetta degli anni ’50, la locuzione in epigrafe è molto conosciuta e viene usata quasi come aggettivazione per indicare qualsiasi cosa semplice, disimpegnata o che venga fatta con superficialità, alla buona, senza eccessiva diligenza,senza zelo, senza solerzia, senza sollecitudine, senza scrupolo, senza eccessive cura, accuratezza, applicazione; insomma qualsiasi cosa semplice, disimpegnata o che venga fatta in maniera fluente, scorrevole, con semplicità. Per ciò che attiene all’etimologia, una scuola di pensiero reputa che l’espressione provenga dal francese e precisamente dalla voce: échoué participio passato dal verbo échouer che significa: non riuscire,andare a vuoto. Orbene, è vero che la voce échoué suona, nella lettura esciué, in maniera molto simile allo sciué napoletano, ma la locuzione partenopea non indica mai qualcosa di non riuscito o di andato a vuoto, mancato, ma sempre qualcosa di condotto a termine sia pure in maniera semplice, scorrevolmente, senza porsi problemi. Penso perciò che questa ipotesi non sia percorribile. Altra ipotesi proposta è quella che collega la locuzione napoletana in epigrafe all’ arabo shoué shoué.; ipotesi affascinante alla luce delle numerose invasioni arabe che dal 1000 in poi tormentarono Napoli ed il suo reame, e le numerose parole che il napoletano à mutuato dall’arabo, ma l’ipotesi penso sia da scartare in quanto l’espressione araba non significa: velocemente, alla buona, ma – al contrario - piano piano. Reputo – a questo punto - molto piú vicina al vero l’ipotesi che fa derivare dall’immarcescibile latino la locuzione napoletana sciué sciué. Infatti morfologicamente e semanticamente si può pervenire a sciué sciué, partendo da un reiterato fluens part. presente di fluere=scorrere, insomma fluens fluens che tradotto suona fluente, scorrevole con il medesimo significato di sciué sciué. A favore di questa ipotesi oltre il medesimo significato, gioca il fatto che il digramma FL latino trasmigrato nel napoletano diviene sempre SCI, come nel caso di flos (fiore) divenuto: sciore o flumen(fiume) diventato sciummo come flacces (bucce) che diedero scioccele(la frutta secca natalizia: noci, nocciole, mandorle,castagne etc. che consumate non lasciano che le bucce.) Raffaele Bracale

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