venerdì 17 gennaio 2014

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1.AJE VOGLIA 'E METTERE RUMMA, 'NU STRUNZO NUN ADDIVENTA MAJE BABBÀ. Letteralmente: Puoi anche irrorarlo con parecchio rum,tuttavia uno stronzo non diventerà mai un babà. Id est: un cretino, uno sciocco per quanto si cerchi di truccarlo, edulcorare o esteriormente migliorare, non potrà mai essere una cosa diversa da ciò che è... 2.SI 'A MORTE TENESSE CRIANZA, ABBIASSE A CHI STA 'NNANZE. Letteralmente: Se la morte avesse educazione porterebbe via per primi chi è piú innanzi, ossia è piú vecchio... Ma, come altre volte si dice, la morte non à educazione, per cui non è possibile tenere conti sulla priorità dei decessi. 3.PURE 'E CUFFIATE VANNO 'MPARAVISO. Anche i corbellati vanno in Paradiso. Cosí vengono consolati o si autoconsolano i dileggiati prefigurando loro o auto prefigurandosi il premio eterno per ciò che son costretti a sopportare in vita. Il cuffiato è chiaramente il corbellato cioè il portatore di corbello (in arabo: quffa) 4.'O PURPO SE COCE CU LL'ACQUA SOJA. Letteralmente: il polpo si cuoce con la propria acqua, non à bisogno di aggiunta di liquidi. Id est: Con le persone di dura cervice o cocciute è inutile sprecare tempo e parole, occorre pazientare e attendere che si convincano da se medesime. 5. 'A GATTA, PE GGHÍ 'E PRESSA, FACETTE 'E FIGLIE CECATE. La gatta, per andar di fretta, partorí figli ciechi. La fretta è una cattiva consigliera. Bisogna sempre dar tempo al tempo, se si vuol portare a termine qualcosa in maniera esatta e confacente. 6.FÀ 'E CCOSE A CAPA 'E 'MBRELLO. Agire a testa (manico) di ombrello. Il manico di ombrello è usato eufemisticamente in luogo di ben altre teste. La locuzione è usata sarcasticamente a commento di chi colpevolmente agisce con deplorevole pressappochismo, disordinatamente, grossolanamente, alla carlona. 7.CHI NUN SENTE A MMAMMA E PPATE, VA A MURÍ ADDÓ NUN È NATO... Letteralmente: chi non ascolta i genitori, finisce per morire esule. Id est: bisogna ascoltare e mettere in pratica i consigli ricevuti dai genitori e dalle persone che ti vogliono bene, per non incorrere in disavventure senza rimedio. 8.È GGHIUTA 'A MOSCA DINT' Ô VISCUVATO... Letteralmente: È finita la mosca nella Cattedrale. È l'icastico commento profferito da chi si lamenta di un risibile asciolvere somministratogli, che non gli à tolto la fame. In effetti un boccone nello stomaco, vi si sperde, quasi come una mosca entrata in una Cattedrale... Per traslato la locuzione è usata ogni volta che ciò che si riceve è parva res, rispetto alle attese... 9.CU 'NU SÍ TE 'MPICCE E CU 'NU NO TE SPICCE. Letteralmente: dicendo di sí ti impicci, dicendo no ti sbrighi. La locuzione contiene il consiglio, desunto dalla esperienza, di non acconsentire sempre, perché chi acconsente, spesso poi si trova nei pasticci... molto meglio, dunque, è il rifiutare, che può evitare fastidi prossimi o remoti. 10.TENÉ'A SALUTE D' 'A CARRAFA 'E ZECCA. Letteralmente:avere la consistenza della caraffa della Zecca. Ossia essere gracilissimo e cagionevole di salute quasi come l'ampolla di poco meno di un litro usata per le tarature, esistente presso la Zecca di Napoli, caraffa che era di sottilissimo vetro e perciò fragilissima. 11.TENGO 'E LAPPESE A QUADRIGLIÈ, CA M'ABBALLANO PE CAPA. Letteralmente: Ò le matite a quadretti che mi ballano in testa. Presa alla lettera la locuzione non significherebbe niente. In realtà "lappese a quadrigliè" è la corruzione dell'espressione latina lapis quadrella(tus)←lapis quadratus o opus reticulatum antica tecnica di costruzione muraria romana consistente nel sovrapporre, facendo combaciare le facce laterali e tenendo la base rivolta verso l'esterno, ed il vertice verso l'interno, piccole piramidi di tufo o altra pietra, per modo che chi guardasse il muro, cosí costruito, avesse l'impressione di vedere una serie di quadratini orizzontati diagonalmente. Questa costruzione richiedeva notevole precisione ed attenzione con conseguente applicazione mentale tale da procurare nervosismo et similia. 12.PARÉ 'A SPORTA D''O TARALLARO. Sembrare la cesta del venditore dei taralli. La locuzione è usata innanzi tutto per indicare chi, per motivi di lavoro o di naturale instabilità, si sposta continuamente, come appunto il venditore di taralli che con la sua cesta, per smaltire tutta la merce fa continui lunghi giri. C'è poi un'altra valenza della locuzione. Poiché gli avventori di taralli son soliti servirsi con le proprie mani affondandole nella cesta colma di tartalli per scegliere, alla stessa maniera c'è chi consente agli altri di approfittare e servirsi delle sue cose, ma lo fa piú per indolenza che per magnanimità. 13.LÀSSEME STÀ CA STONGO'NQUARTATO! Lasciami perdere perché sono irritato, scontroso, adirato. Per cui non rispondo delle mie reazioni... La locuzione prende il via dal linguaggio degli schermidori: stare inquartato, ossia in quarta posizione che è posizione di difesa, ma anche di prevedibile prossimo attacco il che presuppone uno stato di tensione massima da cui possono scaturire le piú varie reazioni. 14.SE FRUSCIA PINTAURO, D''E SFUGLIATELLE JUTE 'ACITO. Si vanta PINTAURO delle sfogliatelle inacidite. Occorre sapere che Pintauro era un antico pasticciere napoletano che, normalmente, produceva delle ottime sfogliatelle dolce tipico derivato per altro da uno analogo inventato dalle suore del convento amalfitano (Furore) di Santa Rosa e prodotte poi nel convento partenopeo detto Croce di Lucca. La locuzione è usata nei confronti di chi continua a pavoneggiarsi vantandosi di propri supposti meriti, anche quando invece i risultati delle sue azioni sono piuttosto deprecabili. 15.CARCERE, MALATIA E NECISSITÀ, SE SCANAGLIA 'O CORE 'E LL'AMICE. Carcere, malattia e necessità fanno conoscere la vera indole, il vero animo, degli amici. 16.MURÍ CU 'E GUARNEMIENTE 'NCUOLLO. Letteralmente: morire con i finimenti addosso. La locuzione di per sé fa riferimento a quei cavalli che temporibus illis, quando c'erano i carretti e non i camioncini, tiravano le cuoia per istrada, ammazzati dalla fatica, con ancóra i finimenti addosso.Per traslato l'espressione viene riferita, o meglio veniva riferita a quegli inguaribili lavoratori che oberati di lavoro, stramazzavano, ma non recedevano dal compiere il proprio dovere.... Altri tempi! Oggi vallo a trovare, non dico uno stakanovista, ma un lavoratore che faccia per intero il suo dovere... 17.NISCIUNO TE DICE: LAVATE 'A FACCIA CA PARE CCHIÚ BBELLO 'E ME. Nessuno ti dice: Lavati il volto cosí sarai piú bello di me. Ossia:non aspettarti consigli atti a migliorarti, in ispecie da quelli con cui devi confrontarti. 18.QUANN' UNO S'À DDA 'MBRIANCÀ, È MMEGLIO CA 'O FFA CU 'O VINO BBUONO. Quando uno decide d'ubriacarsi è meglio che lo faccia con vino buono. Id est: Se c'è da perdere la testa è piú opportuno farlo per chi o per qualcosa per cui valga la pena. 19.SCIORTA E CAUCE 'NCULO, VIATO A CCHI 'E TTÈNE! Beato chi à fortuna e spintarelle ovvero raccomandazioni! 20.ANCAPPA PE PRIMMO, FOSSERO PURE MAZZATE! Letteralmente: Acchiappa per primo, anche se fossero botte! L'atavica paura della miseria spinge la filosofia popolare a suggerire iperbolicamente di metter le mani su qualsiasi cosa, anche rischiando le percosse, per non trovarsi - in caso contrario - nella necessità di dolersi di non aver niente! 21.PARONO 'O SERVEZZIALE E 'O PIGNATIELLO. Sembrano il clistere e il pentolino. La locuzione viene usata per indicare due persone che difficilmente si separano, come accadeva un tempo quando i barbieri che erano un po' anche cerusici,chiamati per praticare un clistere si presentavano recando in mano l'ampolla di vetro atta alla bisogna ed un pentolino per riscaldarvi l'acqua occorrente... 22.QUANNO CHIOVONO PASSE E FICUSECCHE. Letteralmente: quando piovono uva passita e fichi secchi - Id est: mai. La locuzione viene usata quando si voglia sottolineare l'impossibilità di un accadimento che si pensa possa avverarsi solo quando dal cielo piovano leccornie, cosa che avvenne una sola volta quando il popolo ebraico ricevette il dono celeste della manna... 23.CHI ATO NUN TÈNE, SE COCCA CU 'A MUGLIERA... Chi non à altre occasioni, si accontenta di sua moglie, id est:far di necessità virtú. 24.NUN SPUTÀ 'NCIELO CA 'NFACCIA TE TORNA! Non sputare verso il cielo, perché ti ricadrebbe in volto! Id est: le azioni malevole fatte contro la divinità, ti si ritorcono contro. 25.CHIJARSELA A LIBBRETTA. Letteralmente:piegarsela a libretto. È il modo piú comodo per consumare una pizza, quando non si possa farlo comodamente seduti al tavolo e si sia costretti a farlo in piedi; si procede alla piegatura in quattro parti della pietanza circolare che assume quasi la forma di un piccolo libro (libbretta) e si può mangiarla riducendo al minimo il pericolo di imbrattarsi di condimento.Per estensione, locuzione usata per significare che si sta accettando una situazione contraria malvolentieri e per puro bisogno. Id est: obtorto collo, per necessità far buon viso a cattivo gioco. 26.VENNERE 'A SCAFAREA PE SICCHIETIELLO. Letteralmente:Vendere una grossa insalatiera presentandola come un secchiello.Figuratamente,la locuzione la si adopera sarcasticamente nei confronti di chi decanti la nettezza dei costumi di una donna, che invece notoriamente sia stata conosciuta biblicamente da parecchi. 27.S'È ARRECCUTO CRISTO CU 'NU PATERNOSTRO. o anche S'È ARRENNUTO CRISTO CU 'STU PATERNOSTRO Letteralmente: Si è arricchito Cristo con un padre nostro o anche Si è arreso Cristo con questo padre nostro! Ironiche locuzioni da ripetersi a commento dell’illusoria azione di chi speri di cavarsela con poca fatica e piccolo impegno, come chi volesse appunto ingraziarsi Iddio e trarlo dalla propria parte con la semplice recita di un solo pater. 28. 'E SÀBBATO, 'E SÚBBETO E SENZA PREVETE! Di sabato, di colpo e senza prete! È il grave, malevolo augurio che si lancia all'indirizzo di qualcuno cui si augura di morire in un giorno prefestivo, cosa che impedisce la sepoltura il giorno successivo, di morire di colpo senza poter porvi riparo e di non poter godere nemmeno del conforto religioso 29. A PPESIELLE NE PARLAMMO. Letteralmente: Parliamone al tempo dei piselli -(quando cioè avremo incassato i proventi della raccolta e potremo permetterci nuove spese...) Id est: Rimandiamo tutto a tempi migliori. 30. JÍ CERCANNO OVA 'E LUPO E PIETTENE 'E QUINNICE. Letteralmente:Andare alla ricerca di uova di lupo e pettini da quindici (denti). Id est: andare alla ricerca di cose introvabili o impossibili; nulla quaestio per le uova di lupo che è un mammifero per ciò che concerne i pettini bisogna sapere che un tempo i piú conosciuti nel popolo erano i pettini dei cardalana e tali attrezzi non contavano mai piú di tredici denti... brak

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