giovedì 3 aprile 2014

SGAMARE-SGAMÀ

SGAMARE-SGAMÀ Il verbo centro-meridionale in epigrafe, pervenuto anche nel lessico italiano, è usato – soprattutto nel gergo giovanile corrente - per indicare il capire, l’ intuire qualcosa di dissimulato, qualcosa cioè che – perduta l’originaria forza – si appalesi, lasciandosi comprendere chiaramente; ad es: farse sgamà = farsi sgamare,e cioè: farsi scoprire mentre si sta facendo qualcosa di nascosto;t’aggiu sgamato= ti ò sgamato id est: “Ti ò scoperto” o anche “Ò capito il tuo trucco!” “Ò tolto il velo al tuo trucco, appalesandolo!” Di non semplice lettura l’etimologia della voce verbale; la maggior parte dei calepini (anche i piú accurzate (forniti): Garzanti – Treccani – Zingarelli) si trincerano (copiandosi vicendevolmente) dietro un pilatesco etimo incerto; in simili faccende non amo accodarmi a soluzioni che mi procurano attacchi d’orticaria, nè amo lavarmene le mani e dunque azzardo un’ipotesi quella cioè che il verbo sgamare possa derivare da una lettura metatetica di smagare a sua volta derivante da un tardo latino exmagare= disvelare, privar di forze; exmagare è da ex + un ant. tedesco *magan= aver forza. accurzate voce verbale partenopea, che non guasterebbe accogliere nell’italiano nella morfologia accorsati , part. passato plurale dell’infinito napoletano accurzà = fornire di qualcosa derivato dal lat. volg. *ad-cursare denominale di cursus. RaffaeleBracale

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