giovedì 17 luglio 2014

SCARDUSO & dintorni

SCARDUSO & dintorni Sollecitato dalla richiesta dell’amico A.M. (di cui i consueti motivi di riservatezza mi costringono ad indicare le sole iniziali delle generalità) tratto qui di sèguito il termine in epigrafe e qualche sinonimo, augurandomi di rispondere adeguatamente alla richiesta dell’amico ed interessare altresí qualcun altro dei miei ventiquattro lettori. Entro súbito in medias res dicendo che il termine scarduso indica il cavilloso, il pignolo,colui che arzigogola,che bizantineggia, che è tortuoso, capzioso; nell’icastico linguaggio partenopeo è insomma colui ca va p’ ‘e scarde, che si propone cioè attaccandosi alle inezie, alle sciocchezzuole, piccolezze, bazzecole, quisquilie, minuzie, bagattelle, stupidaggini. Etimologicamente si tratta di una voce derivata di scarda addizionato del suff. m.le uso suffisso di aggettivi e sostantivi derivati dal latino o, come nel nostro caso, tratti da nomi, suffisso che è dal lat. -osu(m)→usu(m) ed indica presenza, caratteristica, qualità ecc. A sua volta scarda è dal francese écharde: scheggia. Sinonimi della voce in epigrafe sono: ammusciatore o ammusciante che è propriamente il fastidioso, il tediante, l’annoiatore soprattutto per il modo insistente, ripetitivo con cui affronta argomenti o situazioni di talché con la voce in esame si indica anche il pignolo, il cavilloso (come nel caso che ci occupa) ; ambedue i termini di cui il secondo è addirittura il participio presente denota chiaramente perciò un’azione in… corso d’opera, sono forgiati sul verbo ammuscià: che propriamente, tal quale il toscano ammosciare è il render vizzo, floscio, moscio ed estensivamente appunto l’annoiare, l’infastidire; il verbo ammuscià è un denominale di muscio (moscio dal latino mucidu(m)→ muc’dus→mustius→muscius e muscio); scucciatore o scucciante anche nell’un caso e nell’altro si tratta di soggetto seccante, noioso, irritante, pedante, meticoloso, minuzioso, eccessivamente scrupoloso, fastidioso al segno quasi che con la sua azione monotona, insistente,ostinata incalzante finisce quasi per figuratamente romper la testa di colui con cui venga a contatto; in effetti ambedue i termini di cui il secondo è addirittura il participio presente denota chiaramente perciò un’azione in… corso d’opera, sono forgiati sul verbo scuccià: che propriamente vale 1) rompere cose fragili, delicate; 2) estensivamente come nel caso che ci occupa tediare, infastidire, dar noia, fastidio; il verbo scucciare/scuccià etimologicamente è un denominale di coccia (dal lat. cochlea(m) 'lumaca, chiocciola', dal gr. kochlías) 'guscio (dell'uovo)', con il pref. di una s- distrattiva sufistico/a agg.vo e s.vo m.le o f.le = 1cavilloso, puntiglioso, e precisamente 2che/ chi trova da ridire in ogni cosa, pedante | 3)(fam.) schizzinoso, incontentabile; voce derivata dal lat. sophisticu(m), dal gr. sophistikós, deriv. di sophistés 'sofista' con il consueto passaggio della o atona ad u. In chiusura rammento che di chi sia cavilloso, puntiglioso,eccessivamente ostinato, testardo, cocciuto, caparbio s’usa dire icasticamente che fa ‘e pponte ê chiuove che vale appuntisce i chiodi id est: fa una cosa superflua adoperandosi (per mera pertinacia ed ostinazione) per rendere aguzzi i chiodi [che anche senza punta servirebbero ugualmente al loro ufficio]. E cosí penso d’avere esaurito l’argomento, contentato l’amico A.M. ed interessato qualcuno dei miei soliti ventiquattro lettori. Faccio perciò punto fermo; satis est. Raffaele Bracale

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