lunedì 14 luglio 2014

SCIÚ E CIUCIÚ/SCIUSCIÚ

SCIÚ E CIUCIÚ/SCIUSCIÚ Questa volta sono stato sollecitato dell’amica D.P. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a dire una parola chirificatrice riguardo le voci partenopee in epigrafe, voci che essendo assonanti posson creare confusione nei meno esperti dell’idioma napoletano o nei tanti pressappochisti e/o colpevolmente disinformati.Mi accingo alla bisogna chiarendo súbito che lo sciú è il nome napoletano assegnato al bigné cioè quel dolce monoporzione di pasta cotta in forno, ripieno di creme di vario tipo: cioccolato, nocciola, caffé o zabaione, dolce tipico della pasticceria napoletana; la voce sciú etimologicamente è dal francese choux che indica appunto il tipo di pasta con cui si confezionano i bigné); ben altro è il ciuciú,che qualcuno erroneamente scrive sciusciú alimentando la confusione di cui ò détto; il ciuciú infatti è una voce onomatopeica che connota in primis lo bisbiglío, il parlottío e per traslato una sorta di giuggiola (pasticca di zucchero e gomma arabica) cioé gustosissima caramella gommosa che si succhia con il continuo sfregamento/movimento della lingua che semanticamente ricorda appunto quello del parlottío continuato! Da quatoi esposto se ne deduce che è impossibile confondere lo sciú con il ciuciú anche quando qualcuno lo indicasse come sciusciú. A margine di tutto rammento che nel napoletano esiste un’altra voce omografa di sciú/dolce ed è lo sciú ricorrente nell’espressione sciú, â faccia toja! che è un’ espressione volgare di schifo e disprezzo, intraducibile ad litteram, che viene pronunciata, accompagnata spesso dal gesto di un finto sputo, all'indirizzo di chi è tanto spregevole da meritarsi di esser raggiunto da uno sputo al volto: infatti qui la parola sciù non indica il dolce di cui antea, ma altro non è se non la riproduzione onomatopeica di uno sputo, che - come precisato nel prosieguo della locuzione – à come destinazione proprio la faccia di colui che si intende disprezzare! Talvolta l’espressione è limitata al solo sciú mantenendo però inalterato il senso di schifo e disprezzo contenuto nell’intera espressione. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito ad abundantiam l’argomento, soddisfatto l’amica D.P. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste due paginette.Satis est. Raffaele Bracale

2 commenti:

Bovino ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Bovino ha detto...

Ué,
come conti i lettori?
Io sono tra essi, mi hai messo in conto?
😎
Una domanda veloce senza nulla a pretendere che mi sovviene così su due piedi assittato. In Campania si suole indicare con 'sciurill e zucc' quelli che in realtà sono fiori di cocozzielli non di zucca.
Sussiste qualche ragione particolare?

Vicienz