venerdì 22 maggio 2015

VARIE 15/411

1.SI 'A FATICA FOSSE BBONA, 'A FACESSENO 'E PRIEVETE. Se il lavoro fosse una cosa buona lo farebbero i preti(che per solito non fanno niente). Nella considerazione popolare il ministero sacerdotale infatti è ritenuto cosa che non implica lavoro. 2.AVIMMO CASSATO N' ATU RIGO 'A SOTT' Ô SUNETTO. Letteralmente: Abbiamo cancellato un altro verso dal sonetto, che - nella sua forma classica - conta appena 14 versi. Cioè: abbiamo ulteriormernte diminuito le nostre già esigue pretese. La frase è usata con senso di disappunto tutte le volte che mutano in peggio situazioni di per sé non abbondanti... 3.È GGHIUTO 'O CASO 'A SOTTO E 'E MACCARUNE 'A COPPA. È finito il cacio sotto e i maccheroni al di sopra. Cioè: si è rivoltato il mondo, atteso che normalmente il formaggio deve guarnire dal di sopra un piatto di maccheroni, non far loro da strame. 4.HÊ FATTO MARENNA A SARACHIELLE. Cioè: Ài fatto merenda con piccole salacche affumicate – riferito a quelle situazioni incresciose in cui qualcuno in luogo di avere un congruo, atteso ritorno del proprio solerte operare si è dovuto accontentare di ben poca cosa; in effetti una merenda (quale pranzo da asporto) che fosse costituita da un po’ di pane con qualche filetto di salacca affumicata anche se accompagnati da anelli di cipolla ed irrorati d’olio d’oliva e.v.p. s. a f. sarebbe veramente una povera cosa; sarachielle s.vo m.le pl. di sarachiello che è il diminutivo maschilizzato (per significare la contenutezza dell’oggetto di riferimento: in napoletano infatti un oggetto che sia femminile diventa maschile se diminuisce di dimensione (cfr. ad es.: cucchiaro (piú piccolo) e cucchiara (piú grande) carretto (piú piccolo) e carretta (piú grande) tina (piú grande) e tino( piú piccolo) carretta (piú grande) e carretto ( piú piccolo);fanno eccezione caccavo (piú grande) e caccavella ( piú piccola) e tiano (piú grande) e tiana( piú piccolo)), dicevo che sarachiello è il diminutivo (vedi i suff. i+ ello maschilizzato di sàraca= salacca, aringa affumicata; la voce sàraca etimologicamente è da collegarsi ad un tardo greco sàrax (all’acc.vo sàraka) che trova riscontri anche nel calabrese sàrica e nel salentino zàrica. 5.FÀ LL'ARTE 'E MICHELASSO: MAGNÀ, VEVERE E GGHÍ A SPASSO. Fare il mestiere di Michelaccio:mangiare, bere e andar bighellonando - cioè la quintessenza del dolce far niente... 6.SO' GGHIUTE 'E PRIEVETE 'NCOPP'Ô CAMPO Sono scesi a giocare a calcio i preti - Cioè: è successa una confusione indescrivibile:i preti erano costretti a giocare indossando la lunga talare che contribuiva a render difficili le operazioni del giuoco... 7.NUN VULÉ NÈ TIRÀ, NÈ SCURTECÀ... Non voler né tendere, né scorticare - Cioè: non voler assumere alcuna responsabilità, come certi operai conciatori di pelle quando non volevano né mantener tese le pelli, né procedere alla loro scuoiatura. 8.PURTA'E FIERRE A SANT' ALOJA. Recare i ferri a Sant'Eligio. Alla chiesa di sant'Eligio i vetturini da nolo solevano portare, per ringraziamento, i ferri dismessi dei cavalli ormai fuori servizio.Per traslato l'espressione si usa con riferimento furbesco agli uomini che per raggiunti limiti di età, non possono piú permettersi divagazioni sessuali...Di costoro su dice che ànnu pusato ‘e fierre 9.'O PATATERNO 'NZERRA 'NA PORTA E ARAPE 'NU PURTONE. Il Signore Iddio se chiude una porta, apre un portoncino - Cioè: ti dà sempre una via di scampo 10.NUN TENÉ PILE 'NFACCIA E GGHÍ A SFOTTERE Ô BARBIERE Non aver peli in volto e infastidire il barbiere – Détto di chi arrogante e presuntuoso mancando degli elementi essenziali per far alcunchè si erge ad ipercritico e spaccone. 11.ACCUNCIARSE QUATT' OVE DINTO A 'NU PIATTO. Sistemarsi quattro uova in un piatto - cioè:assicurarsi una comoda rendita di posizione, magari a danno di altra persona (per solito la porzione canonica di uova è in numero di due...). 12.FARSE 'NU PURPETIELLO. Bagnarsi fino alle ossa come un piccolo polpo tirato su grondante d'acqua. 13.JÍ A PPÈRE 'E CHIUMMO. Andare con i piedi di piombo - Cioè: con attenzione e cautela quasi calzando scarpe da palombaro. 14.TENÉ'A SCIORTA 'E MARIA VRENNA. Avere la(cattiva) sorte di Maria di Brienne - Cioè:perder tutti propri beni ed autorità come accadde a Maria di Brienne sfortunata consorte di Ladislao di Durazzo, ridotta alla miseria alla sua morte di costui (1414) dalla di lui sorella Giovanna II succedutagli sul trono. 15.PARE CA S''O ZUCANO 'E SCARRAFUNE... Sembra che se lo succhino gli scarafaggi.- È detto di persona cosí smunta e rinsecchita da sembrar che abbia perduto la propria linfa vitale preda degli scarafaggi, notoriamente avidi di liquidi. 16.ABBRUSCIÀ 'O PAGLIONE... Incendiare il pagliericcio( cioè procurare un danno definitivo) - Id est: Darsi alla fuga, alla latitanza, lasciando dietro di sé terra bruciata, come facevano le truppe sconfitte che, pur di non lasciar nulla nelle mani del sopravveniente nemico vincitore, incendiavano i propri accampamenti, dandosi alla fuga. 17.ÒGNE SCARRAFONE È BBELLO A MMAMMA SOJA... Ogni blatta(per schifosa che sia)è bella per la sua genitrice - Ossia: per ciascuno autore la propria opera è, in tutti i casi, bella e meritevole di considerazione. 18.CHI SAGLIE ‘NCOPP’Ê CCORNA ‘E CHILLO, PO’ DDÀ ‘A MANO Ô PATATERNO. Chi si inerpica sulle corna di quello, può stringer la mano al Signore -(tanto sono alte...)- Iperbole usata furbescamente per indicare un uomo molto tradito dalla moglie. 19.QUANNO 'O DIAVULO TUĴO JEVA Â SCOLA, 'O MIO ERA MAESTRO. Quando il tuo diavolo era scolaro, il mio era maestro - Cioè: non credere di essermi superiore in intelligenza, scaltrezza, perspicacia ed esperienza; sono piú anziano e dunque piú navigato di te, oltre che piú acuto, perspicace, sagace, sveglio, pronto,! 20. Ê CANE DICENNO letteralmente: dicendo ai cani locuzione pronunciata magari accompagnata da un gesto scaramantico con la quale si vuol significare: non sia mai!, accada ai cani ciò che stiamo dicendo! 21.'O CANE MOZZECA 'O STRACCIATO. IL CANE ASSALE CHI VESTE DIMESSO - Cioè: il destino si accanisce contro il diseredato. 22.TRE SONGO 'E PUTIENTE:'O PAPA, 'O RRE E CHI NUN TÈNE NIENTE... tre sono i potenti della terra:il papa, il re e chi non possiede nulla; il papa è la massima autorità spirituale, come il re è quella di governo; chi non possiede nulla non può essere fatto oggetto né di furto, né di richieste di aiuto o prestiti. 23. È GGHIUTA 'A FESSA 'MMANO Ê CCRIATURE, 'A CARTA 'E MUSICA 'MMANO Ê BBARBIERE, 'A LANTERNA 'MMANO Ê CECATE... La vulva è finita nelle mani delle bambine, lo spartito musicale in mano ai barbieri, la lanterna nelle mani dei ciechi. - l'espressione viene usata con senso di disappunto, quando qualcosa di importante finisce in mani inesperte o inadeguate che pertanto non possono apprezzare ed usare al meglio, come accadrebbe nel caso del sesso finito nelle mani delle fanciulle o ancóra come l'incolto barbiere alle prese con uno spartito musicale o un cieco cui fosse affidata una lanterna che di per sé dovrebbe rischiarare l'oscurità al vedente. 24.AÚRIO SENZA CANISTO, FA' VEDÉ CA NUN L'HÊ VISTO. Augurio senza dono, mostra di non averlo ricevuto - Cioè: alle parole occorre accompagnare i fatti. 25.Ô PIRCHIO PARE CA 'O CULO LL'ARROBBA 'A PETTULA... All'avaro sembra che il sedere gli rubi la pettola della camicia - Cioè: chi è avaro vive sempre nel timore d'esser derubato. 26.CHI FATICA 'NA SARACA, CHI NUN FATICA, 'NA SARACA E MMEZA. Chi lavora guadagna una salacca, chi non lavora, una salacca mezza - Cioè: spesso nella vita si è premiati oltre i propri meriti. 27. ‘A MAMMA D’ ‘E FESSE È SSEMPE PRENA. La mamma degli sciocchi è sempre incinta - Cioè: il mondo brulica di stupidi. 28.DICETTE 'O PAPPICE VICINO Â NOCE: DAMME 'O TIEMPO CA TE SPERTOSO! L'insetto punteruolo disse alla noce: Dammi tempo e ti perforerò - Cioè: chi la dura la vince! 29. ‘A FUNICELLA CORTA E ‘O STRUMMOLO TIRITEPPETO ad litteram: la cordicella corta e la trottolina scentrata o ballonzolante. Pi ú esattamente a Napoli s’usa dire: s’è aunita ‘a funicella corta e ‘o strummolo tiriteppeto, ovvero: si sono uniti, in un fallimentare connubio, una cordicella troppo corta per poter imprimere con forza la necessaria spinta al movimento rotatorio dello strummolo a sua volta scentrato o con la punta malamente inclinata tale da conferire un movimento non esatto per cui la trottolina s’inclina e si muove ballonzolando. Pacifica la etimologia della voce strummolo che indica lo strumento di un gioco addirittura greco se non antecedente e greca è l’etimologia della parola che viene dritta dritta dal greco strómbos trasmigrato nel latino strumbus con consueta assimilazione progressiva strummus addizionato poi del suffisso diminutivo olus→olo (per cui strummus+olus→strummolus→strummolo) con il suo esatto significato di trottola. la voce tiriteppeto, talvolta usata, ma erroneamente, anche come tiriteppola è voce onomatopeica riproducente appunto il rumore prodotto dalla trottolina nel suo incerto movimento inclinato e ballonzolante. Rammento che la voce strummolo s.vo m.le à due plurali: l’uno maschile: ‘e strummole = le trottoline e l’altro f.le: ‘e strommole dove il termine, con evidente traslato, le cui ragioni illustrerò a seguire, indica le fandonie, le sesquipedali sciocchezze,le panzane,le frottole gratuite; semanticamente la faccenda si spiega con il fatto che di per sé lo strummolo = trottolina è un semplice giocattolino con cui trastullarsi; alla stessa maniera le frottole, panzane, fandonie altro non sono che una sorta di innocente mezzo dilettovole con cui prendersi giuoco di qualcuno; ugualmente semplice da spiegarsi la differenza di morfologia tra il maschile strummole ed il f.le strommole, rammentando il fatto che nel napoletano un oggetto (o cosa che sia) è inteso se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile; abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo piú piccolo ),‘a tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú piccolo ), ‘a cucchiara(piú grande rispetto a ‘o cucchiaro piú piccolo), ‘a carretta (piú grande rispetto a ‘o carretto piú piccolo ); fanno eccezione ‘o tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo piú grande de ‘a caccavella; va da sé che essendo la fandonia certamente piú grossa della trottolina necessitasse d’un genere femminile (per cui ‘e strommole = le sciocchezze, fandonie, frottole etc. da non confondersi con il maschile ‘e strummole= le trottoline). 30. AIZARSE ‘NU CUMMÒ ad litteram: caricarsi addosso un canterano; detto di chi abbia impalmato una donna anziana, non avvenente ed, a maggior disdoro, priva di congrua dote. Si ritiene che chi abbia fatto un simile matrimonio, abbia compiuto uno sforzo simile a quello di quei facchini addetti a trasporti, facchini che sollevavano e si ponevano sulle spalle pesanti cassettoni di legno massello, sormontati da ponderose lastre di marmo. cummò s.vo m.le = canterano,cassettone dal fr. commo(de) Brak

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