martedì 16 febbraio 2016

ESSERE ‘NA MEZA CAUZETTA/CAZETTA


ESSERE ‘NA MEZA CAUZETTA/CAZETTA

Questa volta è stato il  caro amico N. B. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  significato, origine  e portata dell’espressione partenopea   in epigrafe.

Gli ò testualmente risposto che trattasi di un’ espressione risalente al tardo '800/primi ‘900 e riferita in primis alle donne della medio borghesia che volevano scimmiottare l'eleganza delle nobili,ma  non potendosi permettere le costose  lunghe calze di seta si contentavano di indossare  mezze calze [per solito bianche ] che arrivavano al ginocchio e facevano parte del tradizionale costume popolare . Poi estensivamente l'espressione fu riferita, per analogia,  ad ogni tipo di piccolo borghese, anche maschio.

A margine dell’espressione, ne tratto un’altra che quasi la richiama ed è: TIRARSE 'A CAUZETTA

Ad litteram: tirar su la calza Id est: estraniarsi da una vicenda, star sulle proprie, disinteressandosi di ciò che avviene attorno; ma anche: lasciarsi molto pregare o attendere prima di concedere alcunché; la locuzione richiama l'abitudine che avevano  le iberiche persone di medio-alto rango  che negli anni del 17° secolo, erano usi  indossare lunghe calze di seta, e per distinguersi da quelli di piú basso ceto, che indossavano calze corte o cadenti, usavano tirarle continuamente verso e sopra  il ginocchio. Tali altolocati personaggi erano quelli  che, per abitudine  evitavano di interessarsi a ciò che accedeva intorno a loro  sia per non lasciarsi coinvolgere sia per non   esser fatti destinatari  di richieste o aiuti ai quali - comunque - avrebbero provveduto solo  dopo molte preghiere.

 E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico N.B. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.

 Raffaele Bracale

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