sabato 6 febbraio 2016

QUALE E QUAL NELL’ ITALIANO E NEL NAPOLETANO & altro


QUALE E QUAL NELL’ ITALIANO E NEL  NAPOLETANO & altro

Sia la lingua italiana che la parlata  napoletana ànno con medesima derivazione dal lat. quale(m) l’aggettivo e pronome interrogativo e relativo quale; in italiano il pl.è quali, ant. o poet. davanti a consonante quai e qua'; si à poi, sempre in italiano,  una  forma tronca qual  che è comune davanti alle voci del verbo essere che cominciano con e- (qual è, qual ero ecc.) e, davanti a consonante, in talune locuzioni particolari (qual fosse; per la qual cosa; nel qual caso; in certo qual modo; qual mai) o nell'uso letterario] si usa (e cosí anche in napoletano) nelle proposizioni interrogative dirette o indirette e nelle dubitative per chiedere la qualità, l'identità di qualcosa o di qualcuno (è forma concorrente con che, ma quast'ultimo è di gran lunga prevalente nell'uso parlato): quali libbre preferisce?(quali libri preferisci?); pe quala raggiona à fatto chesto?(per  quale motivo avrà fatto ciò?); qua’ nuvità ce stanno?(quali novità ci sono?); cu quale amice hê cenato?(con quali amici ài cenato?); a ddu qua’ miedeco sî gghiuto?( a quale medico ti sei rivolto?); | nun saccio qua’ o quale (non so quale), un certo (con valore indeterminato): me piggliaje nun saccio qua’ nustalgia(mi prese una non so quale nostalgia). Tornando alla forma tronca qual  che  - come ò detto - è comune davanti alle voci del verbo essere che cominciano con e- (qual è, qual ero ecc.) e, davanti a consonante, in talune locuzioni particolari, rammenterò che in napoletano non esiste questa forma tronca, ma sempre quella intera che viene elisa davanti a vocale; per cui in napoletano si à qual’ è  e non qual è né si avrà mai qual fosse ma sempre quale fosse. qual’è ‘o jucatore cagnato?(qual è il giocatore sostituito?) nun saccio quale fósse ‘a raggione... (non so qual fósse il motivo...).

Quanto fin qui détto vale altresí per la congiunzione  pure =quand'anche,  sebbene ( che è dal  lat. pure 'puramente, semplicemente' e anche, nel lat. tardo, 'senza riserve, senza condizione') congiunzione che in italiano non consente l’elisione, ma si avvale di una forma tronca pur usata sia davanti a consonante che a vocale; nel napoletano invece pure non contempla mai  una forma tronca, per cui davanti a vocale si elide in pur’  ( es.:pur’avenno fatto tutt’ ‘o pussibbile[pur avendo fatto tutto il possibile]) mentre davanti a consonante è sempre pure  ( es.:pure facenno tutt’ ‘o pussibbile[pur facendo  tutto il possibile])  laddove in italiano negli esempi fatti ci si avvale della forma tronca. E tutto ciò ad ennesima dimostrazione che il napoletano (linguaggio autonomo, mai tributario della lingua nazionale)à soluzioni grammaticali e/o sintattiche  proprie ed ad esse bisogna far riferimento, senza scimmiottare il toscano,  se si intende scrivere in napoletano!  

Raffaele Bracale

 

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