mercoledì 30 novembre 2016

CRISCE SANTO, CA DIAVULO GGIÀ SÎ

CRISCE SANTO, CA DIAVULO GGIÀ SÎ Mi è stato chiesto, via e-mail, dal caro amico A. A. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrare significato ed origine dell’ espressiuone napoletana in epigrafe. L’ò accontentato illico te immediate nel modo che segue: L’espressione di cui mi chiedi e che ad litteram vale: cresci santo, ché diavolo già lo sei è una locuzione beneaugurante che a Napoli si suole rivolgere, specie ai ragazzi,ma ironicamente anche a gli adulti, nel momento che starnutiscono, in luogo dei consueti “Salute!”o di “Dio ti benedica” in uso altrove. Essa locuzione venne ideata, formulata ed usata con intenti esorcizzanti,nella campagna napolertana dove nel maggio del 1918 si verificò, in coincidenza della famigerata influenza spagnola, una devastante epidemia di rinite allergica che si manifestava con ripetuti violenti starnuti; pronunciando le parole in epigrafe si intese dire: “Stai starnutendo, ma non temere, non diverrai preda della spagnola , anzi crescerai sano e forte e supererai questo tuo pessimo momento che (per i fastidi che comporta) ti fa (innervosire a mo’ di) un diavolo”. Giunto a questo punto penso di far cosa grata all’amico ed a chi forte mi leggesse di lumeggiare l’origine anche dei “Salute!”o di “Dio ti benedica” in uso altrove. Ebbene sia il primo che il secondo augurio sono legati ad un’antichissima credenza dei pellerossa, secondo la quale starnutendo si perde parte dell’anima, per cui con il dire “Salute!”o di “Dio ti benedica!” non si fa riferimento alla salute del corpo, bensí a quella dello spirito e si augura che l’Onnipotente conceda la salvezza eterna a chi con i ripetuti starnuti stia perdendo via via la sua anima. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. A. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est. Raffaele Bracale

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