giovedì 26 gennaio 2017

VARIE 17/97

1.CHELLO È BBELLO 'O PPRUTUSINO, VA 'A GATTA E NCE PISCIA ‘NCOPPA... Ad litteram: Il prezzemolo è bello, poi la gatta vi minge su; espressione ironica da intendersi: Il prezzemolo non è rigoglioso, poi la gatta vi minge sopra - Amaro commento di chi si trova in una situazione precaria e non solo non riceve aiuto per migliorarla, ma si imbatte in chi la peggiora maggiormente...L’espressione cosí come formulata con l’aggettivo bello, parrebbe sostanziare un fatto o dote positiva, ma trattandosi di un’espressione ironica se non sarcastica essa deve essere lètta in senso antifrastico cioè negativo di talché il bello va inteso brutto 2.CHESTA È ‘A SCÒLA ‘E DONNA PEPPA Letteralmente: questa è la scuola di donna Peppa! Id est: questo è un Luogo dove regna il caos, il chiasso, l’insubordinazione, il disordine, l’eccesso, l’intemperanza e la sfrenatezza rumorose; détto ironicamente di luoghi e/o situazioni dove regnino frastuono, fracasso, baccano, rumore, trambusto, putiferio, schiamazzo, strepito, canizza, chiassata, gazzarra quasi che fosse stato preso a modello il comportamento rumoroso, chiassoso normalmente tenuto dal pubblico plebeo volgare, grossolano, rozzo, incivile di quel teatro popolare sito in via Marina nei pressi della Chiesa del Carmine di piazza Mercato , comunemente chiamato ‘a puteca ‘e Donna Peppa ( che era la famosa donna Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792-† ivi 1867), , moglie di Salvatore Petito e mamma del famosissimo Antonio – Totonno Petito),teatro dove il pubblico dei lazzaroni notoriamente interloquiva con rumorosa sfrenatezza di gesti e di gergo con gli attori nel corso della rappresentazione.Nella espressione in esame quel teatro/puteca (bottega) è détto ironicamente scòla (scuola) in quanto modello, fonte di cattivo insegnamento. 2. Bis La medesima Donna Peppa ( cioè la famosissima donna Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792-† ivi 1867), , moglie di Salvatore Petito e mamma del celeberrimo Antonio – Totonno Petito), accreditata di essere donna insofferente, intollerante e nervosa per i modi spicci e sbrigativi con cui affrontava il facinoroso pubblico di adulti e di minori del suo teatro/puteca, viene chiamata in causa nelle icastiche espressioni 1) DONNA PEPPA, TUTTO LLE FÈTE SOTT’Ô NASO o alternativamente 2) DONNA PEPPA,LLE DÀNNO ‘MPICCIO ‘E PILE ‘INT’Ô NASO, espressioni che ad litteram valgono 1)Donna Peppa, le pute tutto sotto il naso!, 2)Donna Peppa, le sono di fastidio i peli nel naso!, espressioni alternativamente usate a dileggio,soprattutto di donne, ma talora anche di uomini, che si mostrino intolleranti, insofferenti, impazienti, smaniose/i anche in presenza delle piú lievi seccature o di risibili intralci, tal quali la mamma di Totonno Petito. 3.CHI ‘NFRUCE, NUN LUCE Ad litteram: Chi accumula stipando(beni e/o danaro)non rifulge . Id est: L’avaro, a malgrado possieda molte ricchezze messe via raccogliendone in quantità, non risulta risplendente, smagliante, lucente, rilucente davanti al prossimo in quanto non riesce a godere appieno dei beni accumulati atteso che non ne usa o mette in mostra nel timore che l’esposizione induca i malintenzionati a sottrarglieli. ‘nfruce = accumula, stipa voce verbale 3ª p. sg. ind. pr. dell’infinito ‘nfrúcere =ammassare, stivare, assembrare [lettura metatetica ed aferizzata con ritrazione d’accento(tipica del lat. parlato e volgare) e cambio di coniugazione del lat. infulcíre→(i)nflúcire→’nflúcere→’nfrúcere]. luce = riluce,risplende voce verbale 3ª p. sg. ind. pr. dell’infinito lúcere che è dal lat. lucère con ritrazione d’accento [tipica del lat. parlato e volgare] 4.CHI 'A FA CCHIÚ SPORCA È PPRIORE. Letteralmente: chi la fa piú sporca diventa priore. Id est: chi si comporta peggio è gratificato con il massimo premio. L'esperienza popolare insegna che spesso si è premiati oltre i propri meriti. 5.CHI ALLUCCA GRAN DELORE SENTE. Ad litteram: Chi urla avverte un gran dolore; espressione usata per sottolineare che chi piange, urla, strepita o si lamenta in genere non lo fa per partito preso o per il gusto di farlo, ma per il fatto cogente di avvertire su di sé un gran dolore che lo spinge al lamento. allucca= grida; voce verbale (3ª p.sg. ind. pr. dell’inf. aLLUccà = gridare, urlare[dal lat. volg. *adloquicare→alloq(ui)care→ alloccare→alluccà intensivo di loqui]. BRAK

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