martedì 7 marzo 2017

VARIE 17/290

1.VOTTA 'A PRETELLA I ANNASCONNE 'A MANELLA Letteralmente: Lancia la pietra e nasconde la mano. Détto di chi pusillanime e privo di personalità non intende prendere le responsabilità dei proprî comportamenti e dopo d’avere proditoriamente arrecato un danno vero o figurato, fisico o morale cela la mano nel tentativo di non lasciarsi cogliere in flagranza, per non render ragione delle proprie azioni, o per evitare talora la giusta punizione o la naturale ritorsione. votta voce verbale (3ª pers. sg.ind. pr.)dell’infinito vuttà = buttare, lanciare, scagliare, tirare, scaraventare; voce dal fr. ant. bouter, provenz. botar, di orig. germ con normale alternanza b→v (cfr. barca→varca, bocca→vocca etc.); pretélla s.vo f.le dim.di preta = pietruzza, piccola pietra; etimologicamente lettura metatica del lat. petra(m), che è dal gr. pétra; da petra(m)→ preta(m) con l’aggiunta del suff. diminutivo élla; annasconne voce verbale (3ª pers. sg.ind. pr.)dell’infinito annasconnere = nascondere, coprire, infrattare, mettere in Luogo riposto, in modo che altri non veda o non trovi; celare, occultare; etimologicamente deriv. dal lat. volg. ab-nascondere→annasconnere per il class. abscondere , comp. di ab 'via, lontano da' e condere 'riporre, celare' nella formazione di annasconnere si è verificata una doppia assimilazione: una regressiva ab→an ed una progressiva nd→nn; manélla s.vo f.le dim.di mana = manina, piccola mano ; etimologicamente la voce mana da cui manella con l’aggiunta del suff. diminutivo élla, deriva da un accusativo latino manu(m) reso femminile mana(m); anche nel toscano anticamente la mano fu mana. Da notare che nell’espressione in esame è usato il diminutivo manella che indica una mano piccola o di bambino, non solo per rimare con la voce petrella ma pure per sottolineare che chi si comporta da pusillanime e privo di personalità anche se è un adulto in realtà si comporta come un bambino! 2.VRENNA E SCIUSCELLE nell'espressione: FERNÍ A VVRENNA E SCIUSCELLE Ad litteram: crusca e carrube nell'espressione finire a crusca e carrube La crusca e le carrube sono due gustosi alimenti di cui son golosi i cavalli, alimenti che un tempo erano poco costosi e di facile reperibilità; per cui l'espressione finire a crusca e carrube era usata per indicare una situazione che si risolveva positivamente, con gratificazione di tutti e soprattutto con poco impegno di moneta; quando invece la situazione, pur risolvendosi positivamente comportava un maggior dispendio di danaro si diceva e si dice: FERNÍ A TTARALLUCCE E VVINO (finire a biscottini rustici e vino ) biscottini e vino costavano e costano molto piú di crusca e carrube. 3.VULÉ ‘O COCCO AMMUNNATO E BBUONO… Si tratta di una divertente espressione che fu antica nel suo significato originario casto ed ironico, ma che fu poi letta successivamente (anni postbellici) attribuendole un senso sarcastico, furbesco se non volgare. Illustro dapprima il significato originario casto ed ironico,per poi soffermarmi sul significato furbesco. In primis ed ad litteram l’espressione si traduce : volere l'uovo sgusciato e buono ( id est: pronto per esser mangiato). Detto ironicamente di chi sia cosí tanto scansafatiche, poltrone, lavativo da non volersi impegnare neppure nei piú piccoli lavori e preferisca esser servito di tutto punto; nella fattispecie il cialtrone di turno non intende sottostare neppure alla risibile fatica di sgusciare un uovo bollito... Il cocco della locuzione in effetti non è il frutto della pianta tropicale, ma semplicemente l'uovo che, con voce gergale fanciullesca, è chiamato cocco richiamandosi al noto verso della gallina: cocco(dè); l'aggettivo buono unito al precedente aggettivo ammunnato (mondato,sgusciato)è usato in questa e simili costruzioni( es.: cuotto e bbuono, pronto e bbuono) del parlar napoletano non per significare la bontà del sostantivo cui è riferito, quanto per designare l'immediata fruibilità del medesimo sostantivo di riferimento; qui nel caso dell'uovo, una volta che sia mondato del guscio, viene buono per esser súbito mangiato. E passo ora ad illustrare il significato furbesco che fu attribuito all’espressione negli anni postbellici (1944 e ss.), allorché, a seguito dell’intervento liberatorio degli alleati anglo-americani, la città di Napoli fu invasa da militi cui, in cambio di poche am-lire, generi di prima necessità (pane, pasta, cioccolato, grasso alimentare etc.) e/o generi di voluttà (liquori, tabacchi etc.), le giovani e meno giovani donne popolane si concedevano;orbene, atteso che (nel linguaggio gergale dei militi anglo-americani) il membro maschile è détto cock (lètto alla napoletana cocco atteso che l’idioma napoletano rifugge da termini terminanti per consonante e – nel caso lo siano – è d’uso adattarli con la paragoge d’ una vocale finale (a/e/o) di timbro evanescente) ecco che con l’espressione vulé ‘o cocco ammunnato e bbuono… non ci si riferí piú a chi fosse cosí infingardo da non voler neppure accollarsi la fatica di sgusciare un uovo,ma ci si riferí piuttosto a quelle tali sfacciate popolane che, pur di ottenere qualche lira e generi di vettovagliamento per sé e la propria famiglia, non disdegnavano di concedersi anche in assenza di qualsiasi protezione: condom, profilattico, guanto che fósse e l’espressione vulé ‘o cocco ammunnato e bbuono… venne intesa appunto volere il fallo, l’asta (anche) nudo di protezione...incurandosi del pericolo di infezioni e/o gravidanze indesiderate; in tale nuova accezione poi l’espressione venne riferita a chiunque, pur di ottenere qualcosa, non mettesse in conto pericoli o insidie, azzardi,incognite; va da sé che in tale seconda lettura il termine cocco non fu piú voce onomatopeica usata per indicare l'uovo, voce richiamante il verso della gallina, ma fu l’aperta palese corruzione/adattamento – come ò détto - dell’anglo-americano cock = membro maschile. 4.VULÉ PISCIÀ E GGHÍ 'NCARROZZA. Letteralmente: voler mingere e al tempo stesso andare in carrozza Id est: pretendere di voler conseguire due risultati utili, ma incompatibili fra di essi.Per mingere bisogna necessariamente smontar di carrozza. 5.VULÉ FÓTTERE E SBATTERE ‘E MMANE. Letteralmente: voler coire sbattendo le mani. Pretendere di voler conseguire due risultati utili, ma incompatibili fra di essi. Cosa impossibile soprattutto per l’uomo nella posizione détta del missionario. VULÉ PISCIÀ TUTTE DINT'Ô RINALE oppure VULÉ PISCIÀ TUTTO DINT'Ô RINALE Ad litteram: voler minger tutti nell'orinale oppure voler mingere completamente nell’orinale ; in ambedue i casi le espressioni stanno per : pretendere l'impossibile; infatti non a tutti è concesso di fare tutte le medesime cose, come non è possibile che tutti possano mingere nell'orinale, qualcuno dovrà contentarsi di farlo all'aperto e - come i cani - contro il muro. Nella variante si manifesta l’acclarata certezza che orinando non si può depositare tutto l’orina nel pitale; inevitabilmente si finisce per versarne fuori una parte! rinale s.vo m.le = orinale, pitale, piccolo vaso da notte; voce dal lat. *urinale(m)→rinale per aferesi della u diventata o e deglutinata in quanto inteso articolo: *urinale(m)→ orinale(m)→ ‘o rinale. BRAK

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