mercoledì 7 giugno 2017

NE PUTISSE FÀ LUMINE P’’A NOTTE


NE PUTISSE FÀ LUMINE P’’A NOTTE

Questa volta è stato il caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli significato e portata dell’ espressione partenopea in epigrafe. Gli ò risposto che la locuzione in esame da rendersi nella lingua nazionale: “ Potresti farne piccole candele [da accender]di notte”,

è usata sarcasticamente in riferimento all’inutile, improduttivo agitarsi di qualcuno che sprechi tempo e materiali [a volte costosi come ad. es. la cera d’api] che potrebbe essere speso l’uno ed usati gli altri per finalità piú fattive, utili e concrete [come sarebbero i lumini per la notte, nel caso della cera d’api.].L’espressione è usata altresí in riferimento a chi reagisca con profondo turbamento di spirito ed iriitazione di fronte ad accadimenti o accuse da tenersi in non cale in quanto risibili gli uni o patentemente false le altre. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis est.

Raffaele Bracale

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